Non si fermano le proteste
Bielorussia, l’Europa contro Lukashenko: “Il suo giuramento da presidente è illegittimo”

L’Unione Europea ribadisce la sua posizione: l’elezione di Alexander Lukashenko è illegittima e quindi è illegittimo anche il suo giuramento. La celebrazione si è tenuta ieri, a sorpresa, con il centro della capitale Minsk bloccato per evitare scontri, che puntualmente sono esplosi appena la notizia è stata resa pubblica.
Il giuramento “manca di qualsiasi legittimazione democratica” poiché Bruxelles “non riconosce i risultati falsificati delle elezioni”, ha scritto in una nota l’Alto Rappresentante per la politica estera dell’Unione Josep Borrell. L’appoggio dell’Europa va ai cittadini e al loro diritto “a essere rappresentati da chi sceglieranno liberamente attraverso nuove elezioni inclusive, trasparenti e credibili”.
LE PROTESTE – Quello di ieri è stato il sesto giuramento del presidente bielorusso che si è insediato la prima volta nel 1994. Le proteste proseguono a oltranza dopo le elezioni del 9 agosto. I risultati ufficiali riportavano l’80% dei voti per Lukashenko, un esito da subito contestato dall’opposizione. Ieri, dopo la notizia del giuramento, si sono tenute 59 manifestazioni non autorizzate durante le quali sono state arrestate 364 persone, 252 solo nella capitale, secondo quanto riportato dall’agenzia Interfax che cita il ministero dell’Interno bielorusso. Neanche gli Stati Uniti hanno riconosciuto come legittima la ri-elezione del presidente mentre il Presidente russo Vladimir Putin ha rinnovato il suo sostegno a Lukashenko: “Se anche qualcuno ha qualche dubbio sui risultati, io ho tutte le ragioni per avere dubbi sul fatto che coloro che hanno i dubbi siano del tutto onesti”. Minsk ha annunciato giorni fa l’arrivo di mille militari russi, nell’ambito della seconda fase dell’esercitazione ‘Fratellanza slava 2020’, dal 22 al 25 settembre, “per garantire la sicurezza militare dello Stato”.
L’OPPOSIZIONE – “Questa cosiddetta inaugurazione è una farsa. In realtà oggi Lukashenko è solamente andato in pensione”, ha commentato la leader dell’opposizione bielorussa, Svetlana Tikhanovskaya, avversaria alle elezioni rifugiatasi in Lituania, che nei giorni scorsi ha incontrato a Bruxelles i ministri degli Esteri dell’Unione. “Ciò significa che le sue direttive alle forze dell’ordine non sono più legittime e non sono eseguibili. Io, Svetlana Tikhanovskaya, sono l’unico leader eletto dal popolo bielorusso. E il nostro compito ora è costruire insieme una nuova Bielorussia”, ha aggiunto.
L’opposizione ha intenzione di avviare una protesta “a oltranza”, ha dichiarato il membro del Presidio del Consiglio di coordinamento dell’opposizione bielorussa, Pavel Latushko. “Non accetteremo mai i brogli e chiediamo nuove elezioni. Stiamo esortando tutti a fare una campagna di disobbedienza a oltranza”, ha aggiunto Latushko.
LE SANZIONI – Tikhanovskaya ha chiesto all’Europa maggior fermezza sul caso bielorusso. Le sanzioni sono state bloccate dal veto di Cipro che ha chiesto ai partner dell’Unione lo stesso atteggiamento verso la Turchia per le perforazioni illegali alla ricerca di idrocarburi nel Mediterraneo orientale. Il Parlamento europeo ha approvato una raccomandazione che prevede una revisione completa delle relazioni, anche economiche, con Minsk. L’Alto rappresentante Borrell ha dichiarato che sul caso è in gioco la credibilità dell’Europa e che quindi al prossimo Consiglio Esteri le sanzioni dovranno essere assolutamente adottate.
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