L'Italia, in ritardo con terze dosi, ora è più suscettibile al Covid
Boris Johnson riapre per far circolare il virus fra i non vaccinati, Crisanti: “Dovremmo farlo anche noi”
Il primo ministro britannico è pronto a ritornare al ‘piano A’ che persegue la convivenza col virus e Andrea Crisanti, professore di Microbiologia all’Università di Padova e all’Imperial College di Londra, spiega: “Si possono criticare la leggerezza e il comportamento in certe occasioni del premier inglese, ma non il suo coraggio”. E racconta, in un’intervista a La Stampa, la strategia britannica di far circolare il virus con la popolazione protetta dai vaccini: “Va detto però che nelle scorse ondate il suo approccio è fallito per la dimensione del contagio e dei decessi, e che ora è possibile solo grazie ai vaccini. Senza questi ultimi ci sarebbero migliaia di morti al giorno anche con Omicron e la sua strategia comunque è costata 12 mila decessi”.
In questi giorni Crisanti si trova in Inghilterra e confessa di sentirsi estraneo per i comportamenti ‘italiani’ che adotta nella suo quotidianità: “Ha presente l’Alberto Sordi del film Un americano a Roma di Steno? Mi sento un marziano a Londra, l’unico con la mascherina, a mantenere le misure e ad evitare gli incontri in presenza”.
Boris Johnson revoca in anticipo le misure del ‘piano B’ il cui termine era previsto il 26gennaio, tornando quindi al suo intento iniziale riguardo la circolazone del virus: “Da settimana prossima studenti e docenti torneranno in aula, gli uffici pubblici riprenderanno al cento per cento e di conseguenza tutto il Paese ripartirà”. E poi “gli inglesi affiancano le riaperture a un monitoraggio sistematico, quarantene e isolamenti severi, con una App efficace e controlli seri. Gli infetti qui vengono chiusi in casa”.
L’approccio di BoJo è stato criticato ieri da Walter Ricciardi, che oggi propone test per tutti gli italiani per fermare la pandemia, ma il governo britannico, spiega Crisanti, riapre per infettare chi non è vaccinato, chi ha avuto Delta e chi non ha ancora ricevuto la terza dose. Secondo il microbiologo l’unica soluzione possibile: “L’obiettivo è far circolare il virus mentre la popolazione è sufficientemente protetta”.
Al contrario l‘Italia adotta ancora misure molto più prudenti ma, continua Crisanti, “ora è maggiormente suscettibile al virus, anche perché è partita in ritardo con le terze dosi smobilitando anzitempo gli hub vaccinali. Ora senza chiusure particolari l’approccio di Draghi, pur non ammettendolo, risulta simile a quello di Johnson, non a caso c’è un costo di oltre 300 morti al giorno. A questo punto converrebbe seguire l’esempio inglese fino in fondo alleggerendo dopo il picco le misure per immunizzare quanti più italiani possibile”.
A riguardo qualche giorno fa Crisanti aveva dichiarato, durante la trasmissione Piazzapulita, che “in Italia lo stop delle restrizioni dovrebbe arrivare con il 70% di terze dosi e appena la curva comincia a scendere. Se si verificano queste due condizioni, una persona immunizzata se si infetta ha una malattia estremamente lieve”. E ha proseguito: “Non vorrei si confondesse la rimozione delle restrizioni con l’eliminazione delle misure che devono impedire agli infettati di contagiare: se una persona in quarantena, non deve essere libero di andarsene in giro”.
Con le tre dosi, il contagio da variante Omicron produce un’infezione che dura 3-4 giorni, ma “nella maggior parte dei casi, una persona che è positiva dopo 6-7 giorni difficilmente infetta anche se può succedere. Senza dimenticare, poi, che il termine vaccinati non sempre coincide con protetti“, dice. Sulla necessità di un vaccino specifico contro Omicron (già in via di sperimentazione da parte di Pfizer), Crisanti specifica: “Persone vaccinate che si contagiano con Omicron sviluppano anticorpi efficaci anche contro Delta. Si spera che questa immunità prodotta da Omicron e dai vaccini possa proteggerci. È inutile pensare ad una vaccinazione mirata contro Omicron, moltissime persone si infetteranno per effetto di questa variante”.
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