Lo scontro che è andato in diretta streaming dall’Assemblea nazionale di +Europa è andato oltre le previsioni. Il partito fondato da Emma Bonino è schierato con il segretario nazionale, Riccardo Magi e con Benedetto Della Vedova e sembra sul punto di accompagnare all’uscita la piccola ma rumorosa minoranza di Federico Pizzarotti, l’ex grillino che solo un anno fa era diventato Presidente di +Europa.

L’oggetto del contendere è noto : Pizzarotti si oppone all’accordo con Iv per la lista Stati Uniti d’Europa. E per farlo ha presentato ieri alla stampa una singolare mozione – il documento è in gran parte in inglese – dove si riporta l’appello del presidente Alde, Guy Verofstadt, a privilegiare il dialogo tra partiti membri della componente liberaldemocratica europea. Tradotto : vorrebbero un incontro con Carlo Calenda che – sostengono – sottoscriverebbe subito un accordo, subito dopo incontro con Italia Viva e identica sottoscrizione e immediata presentazione dell’esito (simbolo inlcuso, lista dei candidati inclusa) alla stampa.

Un percorso inattuabile nei fatti e che peraltro non tiene conto della composizione complessiva dell’accordo di lista. A farlo presente, respingendo decisamente l’iniziativa, il segretario Riccardo Magi prima e Benedetto Della Vedova poi. Senza lesinare le argomentazioni e anzi con un particolareggiato racconto che ha ricostruito, da parte del segretario Magi, i dettagli delle trattative, le conversazioni, gli incontri e le chat avute con Calenda. La cronaca di uno stop-and-go estenuante e conclusosi in un nulla di fatto. Un racconto-verità andato in onda a microfoni aperti – nella migliore tradizione radicale – e condito da scambi di accuse, versioni contrastanti di come si siano svolti i fatti.

La relazione del segretario ha illustrato i ripetuti inviti al confronto, non raccolti però da Calenda. E delineando come il percorso sia andato avanti nel solo modo possibile, con le forze politiche disponibili all’accordo. Ma, ha precisato Magi, sempre lasciando aperta la porta ad Azione. « Se la nostra apertura non è stata colta da Calenda è perchè aveva la certezza che qualcuno avrebbe spaccato +Europa se le cose non si fossero fatte come diceva lui. E questo è inaccettabile », ha incalzato Magi riferendosi a Pizzarotti. Con toni tutt’altro che concilianti: “Da Carlo Calenda abbiamo assistito a una valanga di fango nei confronti dell’iniziativa di +Europa. Fino ad arrivare a dire che la lista Stati Uniti d’Europa ha imbarcato la cultura della mafia. Questo modo di fare politica ha più il sapore di squadrismo, esprime una cultura politica che non ha niente a che vedere con l’essere liberali. Abbiamo a che fare con un’azione diffamatoria e lesiva nei nostri confronti, un modo di agire para grillino, post-grillino ». Quindi Magi ha chiuso alla proposta di Pizzarotti: « Ho letto il documento di Pizzarotti e ritengo che sia controproducente rispetto all’azione politica di Più Europa e dannoso e distruttivo rispetto al lavoro fatto fin qui.

Invito l’assemblea a respingerlo e ad esprimersi a favore del documento che ribadisce il sostegno al lavoro che stiamo facendo ». Subito dopo ad intervenire all’assemblea è stato Pizzarotti che ha proposto la sua versione. Ha lamentato di essere stato tagliato fuori dai tavoli in quanto « in dissenso » rispetto al percorso che si stava facendo dove, a suo parere, « non c’è mai stata la volontà politica di tenere insieme tutti », Azione compresa. Un percorso nel quale, dice il presidente di Più Europa, « ci siamo ritrovati cannibalizzati dalla comunicazione di Renzi » compreso il simbolo della lista Stati Uniti d’Europa che « ho visto nella enews di Renzi ma non è stato mai presentato negli organismi di Più Europa e non posso liquidare la presenza in lista della Nuova Dc di Cuffaro come un problema di Renzi, come ho sentito dire da Emma Bonino. Per me è un tema dirimente ». Insomma, azzeriamo tutto e ripartiamo da Calenda, la proposta di Pizzarotti. E pazienza se Cuffaro con la lista europeista non c’entra proprio niente, e se Clemente Mastella, citato a sproposito in un tweet di Calenda, ha già sporto querela.

La versione di Pizzarotti è respinta da Benedetto Della Vedova: « Azzerare tutto e ripartire non ha senso. Noi siamo andati avanti, abbiamo apparecchiato la tavola e lasciato il posto libero per Calenda. Trovo incomprensibile la scelta che sta facendo Azione. Io spero che Calenda capisca che è qui che deve stare e non altrove a rischiare di sprecare voti che potrebbero essere decisivi per la prossima maggioranza in Europa ». Domani l’assemblea di Più Europa voterà i documenti ed è prevista una larghissima maggioranza per quello proposto da Magi. « Faccio politica da quando sono nato, non avevo mai visto una situazione come questa », ha sintetizzato nel suo intervento Marco Taradash, sostenendo la necessità di « Non perdere tempo e lavorare subito alla lista Stati Uniti d’Europa con chi ci sta ». E siamo alla resa dei conti, con la votazione finale e il via libera per la lista unitaria.
Clima diverso quello in casa socialista, dove il Consiglio nazionale del Psi si è espresso unanimemente per il via libera alla lista unitaria di europeisti e riformisti.

« Stati Uniti d’Europa non sono uno slogan vuoto: è il richiamo ad una identità che ci consente oggi di attualizzare l’Europa, nel solco della visione di Filippo Turati che oltre un secolo fa aveva già capito la necessità di un’Europa unita ». Così il segretario del Psi, Enzo Maraio, intervenendo al consiglio nazionale del partito appena terminato a Roma. Il parlamentino del Psi è stato convocato per definire il percorso politico del Partito verso la lista Stati Uniti d’Europa con IV e +Eu.

La relazione di Maraio è stata votata all’unanimità. « La presenza socialista in questa lista è la garanzia dell’ancoraggio saldo al centrosinistra, laddove da sempre sono stati i socialisti », aggiunge il segretario, che aveva anticipato i temi del suo intervento ieri, in una intervista al Riformista. « Con Emma Bonino e la storia radicale condividiamo anni di battaglie comuni. Abbiamo scritto le pagine migliori di conquiste civili ed economiche della storia repubblicana, senza mai scatenare le guerre e le crociate con il mondo moderato e senza mai cadere nelle tentazioni della sinistra più radicale, senza mai rinunciare al riformismo. Ed è per questo che funzionerà la sintesi anche con Matteo Renzi e con Italia Viva, con i quali condividiamo tanti temi, a partire dalla sensibilità comune sulla giustizia: l’approccio garantista. Su altre questioni abbiamo visioni qualche volta in contrasto ma affrontiamo temi europei su cui l’unità di visione generale è pressocché univoca. Mettiamo in campo storie antiche su nuove direzioni di marcia e così ci proiettiamo nel futuro migliore. Una lista che non è un Terzo Polo bis.

Chi legge in questa esperienza un tentativo di riproporre in altra veste il fallito Terzo Polo, non solo sbaglia di grosso ma non intende leggere gli eventi con realismo. Quella fu una esperienza fallimentare, per ammissione stessa dei loro fondatori, durata il tempo delle elezioni politiche, poi sacrificata a colpi di querele e screzi pubblici. Le fondamenta riformiste, le condivise battaglie sulla laicità e sui diritti, il garantismo e il marcato europeismo, sono la carta d’identità di questa ‘unione’ », dice ancora Maraio. Un progetto « totalmente nuovo, fatto di forze politiche che hanno la stessa dignità, Psi, Iv, +Eu e altre formazioni, poichè ne sono promotori allo stesso livello e sono messi al bando i personalismi. Il Psi è membro fondatore del Pse. Quello rimane il nostro faro. Come tanti italiani che hanno capito il fallimento di questo governo, vogliamo voltare pagina ed evitare che siano eletti sovranisti e nazionalisti, amici di Orban e di Putin, che vorrebbero distruggere il sogno di una Europa unita. Noi, non lo consentiremo », ha concluso Maraio.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.