La schiacciante vittoria alle elezioni in Gran Bretagna dei Conservatori di Boris Johnson avvicina sempre di più la Brexit. Il premier uscente subito dopo la netta affermazione, 363 i seggi ottenuti contro i poco più di 200 del Labour di Corbyn, ha annunciato che la Brexit “sarà realizzata nei tempi, il 31 gennaio”. La data è l’ultima scadenza fissata dai leader europei per l’uscita del Paese dall’Unione Europea dopo numerosi rinvii. Il piano di Johnson, che grazie alla vittoria di ieri ha i numeri in Parlamento per far passare il suo accordo, non vedrà nel 31 gennaio prossimo la vera fine della Brexit: di fatto a partire da quella data inizierà un periodo di transizione che durerà almeno fino alla fine del 2020.

COME VIAGGIARE IN UK – Con l’avvento della Brexit, cambieranno anche le modalità di viaggio per andare a visitare il Regno Unito. Infatti è da qualche mese che le principali compagnie aeree britanniche stanno fornendo informazioni ai passeggeri sull’evolversi della situazione. Con la Brexit cambieranno sicuramente alcune cose a livello burocratico: sarà più complicato ma di certo non impossibile. La prima vera modifica riguarderà il visto. Prima delle elezioni, i conservatori hanno presentato un piano per l’immigrazione molto dettagliato. I turisti che arriveranno in Inghilterra dai Paesi dell’Unione Europea, quindi anche dall’Italia, dovranno essere muniti di visto elettronico da conseguire almeno tre giorni prima della partenza per la Gran Bretagna. Il visto turistico durerà per un massimo di tre mesi e si ottiene attraverso una procedura esclusivamente online. Questa restrizione vale anche per chi si reca in UK per motivi di lavoro. Per coloro che hanno dei lavori qualificati la strada da percorrere sarà più semplice, mentre per chi non ha qualifiche specifiche dovrebbe riuscire a trovare lavoro entro e non oltre i tre mesi, tempo utile per la scadenza del visto. Infatti, per rimanere in Gran Bretagna oltre i tre mesi sarà necessario un permesso di lavoro. Inoltre con la nuova legge sull’immigrazione la carta di identità non sarà più valida ma sarà necessario il passaporto.

Queste nuove regole dovrebbero entrare in vigore già a partire dal prossimo 31 gennaio 2020, ma è molto probabile che dopo questa data possa scattare un periodo di transizione di 11 mesi per garantire la possibilità di mettersi in pari con la nuova regolamentazione. Ciò porterebbe a far slittare l’obbligo di visto elettronico e passaporto a partire dal 1 gennaio 2021. Per quanto riguarda i voli, sia il sito di EasyJet che quello di British Airways hanno rassicurato i passeggeri affermando che “indipendentemente dall’esito della Brexit potrai comunque volare con noi tra il Regno Unito e l’UE e all’interno dell’UE”. Anche in caso di uscita del Regno Unito dall’Europa, sia la Commissione europea e il governo britannico hanno confermato che le compagnie aeree inglesi potranno ancora operare.

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L’ASSICURAZIONE SANITARIA – Un argomento che desta molte preoccupazioni è sicuramente quello che riguarda la copertura sanitaria nel Regno Unito dopo la Brexit. Di certo le tessere europee di assicurazione malattia registrate nell’UE non saranno valide. In merito il sito dell’Unione Europea nella sezione delle domande più frequenti spiega che “i cittadini dell’Ue non saranno più in grado di accedere all’assistenza sanitaria nel Regno Unito con la loro tessera europea di assicurazione malattia. Controlla con il tuo ente assicurativo se le spese mediche di emergenza sono rimborsate in un Paese non appartenente all’Ue. Se non lo sono, puoi decidere di sottoscrivere un’assicurazione di viaggio privata”.  Dunque per entrare in possesso dell’assicurazione è necessario possedere la tessera sanitaria italiana. Questo documento permette ai cittadini europei in terra britannica di ricevere cure e assistenza di base negli ospedali pubblici. L’intenzione è quella di apportare delle modifiche che dipenderanno dagli accordi presi tra il Regno Unito e l’UE al termine del periodo di transizione.

SPESE TELEFONICHE – Altro tema spinoso è quello che riguarda i costi sul roaming telefonico. Attualmente la legge dell’Unione Europea entrata in vigore il 15 giugno del 2017 permette ai cittadini italiani che alloggiano in Inghilterra di poter tranquillamente usare i loro piani tariffari come se fossero in Italia, senza sovrapprezzi. Con la Brexit invece la situazione potrebbe cambiare. Con l’uscita dall’Unione Europea e dunque dagli accordi, verrebbe meno la garanzia della gratuità del servizio. In questo caso l’ambasciata italiana suggerisce ai cittadini della penisola di fare riferimento al proprio operatore telefonico circa gli addebiti roaming per effettuare chiamare da e verso l’Inghilterra.