La notizia della decisione del neoministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta della fine dello smartworking e dell’imminente ritorno in ufficio dei dipendenti pubblici è rimbalzata di bocca in bocca, social in social, giornale in giornale. Peccato che si trattava di una notizia falsa.

“Riaprire tutto: i Comuni devono funzionare, i tribunali devono funzionare, come funzionano gli ospedali. Non vedo perché se un ospedale funziona, non possa funzionare una scuola, un Comune, un ufficio di urbanistica, un tribunale. Smettiamola per favore, basta: si torni tutti a lavorare”. Queste le parole citate dal Corriere della Sera che hanno fatto balzare dalla sedia in tanti.

Ma poche ore dopo lo stesso Brunetta ha smentito tutto dai suoi social: “Leggo sul sito del Corriere della Sera di una mia intervista pubblicata in data odierna dal titolo ‘Basta smart working, i dipendenti pubblici tornino in ufficio’. Il contenuto pubblicato nella sedicente intervista si riferisce ad un mio intervento a Tgcom24 in data 22 giugno dello scorso anno, periodo nel quale sembrava che la pandemia fosse in via di superamento, con il ritorno auspicato alla normalità”.

“Quindi, io non ho rilasciato alcuna intervista, a nessuno, come doveroso riserbo, in attesa del discorso programmatico del presidente del Consiglio Mario Draghi alle Camere del prossimo mercoledì al Senato e giovedì alla Camera, con conseguente dibattito parlamentare e voto di fiducia. Sono sconcertato e dispiaciuto. Dal momento del giuramento, io non ho rilasciato alcuna intervista, né scritto alcun articolo. Nulla”.

Il Corriere ha eliminato l’articolo e si è scusato con il ministro e con i lettori. “Per un disguido e un nostro errore di cui ci scusiamo con il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta e con i lettori, è andato online un articolo su una vecchia intervista dell’allora deputato Brunetta che riguardava un contesto completamente diverso in cui si pensava di poter tornare alla normalità”. Ma intanto la notizia si era diffusa a macchia d’olio su tutti i giornali. Qualcuno l’ha eliminata ma si sa le fake news si spargono sempre a macchia d’olio. E subito è partita anche la macchina della polemica, in primis da parte dei sindacati e poi dalle forze politiche che non hanno verificato la veridicità della notizia.

Intanto Brunetta ha commentato così su Facebook l’accaduto: “Prendo atto della smentita del Corriere della Sera. Ma a questo punto mi chiedo: chi ha interesse ad avvelenare i pozzi? Chi vuole mettere già i bastoni tra le ruote a questo governo? Chi ha interesse a giocare con gli equivoci? Quello del ‘Corriere’ sarà un errore… ma io queste domande me le sto ponendo”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.