In Campania l’aria è praticamente irrespirabile. Il 99% dei comuni campani analizzati, presenti nei bollettini quotidiani del rilevamento inquinamento atmosferico dell’Arpac, non è riuscito a rispettare tutti e tre i valori limite suggeriti dall’Oms. In particolare, 13 sono le città con i valori più alti di polveri sottili, ovvero che superano i valori Oms per più del doppio con San Vitaliano in testa, seguita da Volla, Pomigliano d’Arco e Aversa.

Sono due quelle più inquinate da PM2.5 che superano di oltre 4 volte i valori Oms con le criticità maggiori registrate a Pomigliano e ben due le città più inquinate da biossido di azoto – NO2 – ovvero che superano il limite per più di tre volte con Napoli in vetta e Casoria. A scattare la fotografia è il nuovo report di Legambiente “Mal’aria di città” realizzato nell’ambito della campagna Clean Cities, in cui si fa il bilancio sulla qualità dell’aria nei vari comuni della Regione confrontando il valore medio annuale di PM10, PM2.5 e NO2 con i parametri suggeriti dall’Oms. Se la situazione in Campania è gravissima, non va meglio nel resto del Paese.

Il quadro che emerge è nel complesso preoccupante: pochissime le città che rispettano i valori suggeriti dall’Oms, il comune di Ottati (Salerno) per il PM10 e PM2.5 e i comuni di Solofra (Avellino), Pratella (Caserta), Presenzano (Caserta) e Ottati (Salerno) per il biossido di azoto. I dati sono stati presentati da Legambiente con un flashmob di denuncia organizzato da circolo locale di Pomigliano d’Arco tra le città campane più a rischio. «Il problema dell’inquinamento atmosferico – commenta Legambiente – non è un problema esclusivamente ambientale ma anche, e soprattutto, sanitario. Abbiamo voluto confrontare i valori medi annuali dei tre principali inquinanti atmosferici con quelli suggeriti dall’Oms. La revisione della direttiva europea sulla qualità dell’aria, che si appresta a essere avviata nei prossimi mesi, rivedrà i limiti normativi in funzione dei nuovi limiti Oms.

Nel giro di pochi anni, quindi, questi valori diventeranno vincolanti anche dal punto di vista legale e il non rispetto degli stessi porterà all’avvio di ulteriori procedure di infrazione per gli Stati membri inadempienti». Non è un caso, dunque, che l’Italia abbia al momento attive ben tre procedure di infrazione per tre inquinanti come il PM10, PM2.5 e il biossido di azoto (NO2). L’aria che respiriamo quotidianamente incide, ovviamente, sulla nostra salute. La recente pandemia ci ha insegnato quanto importante sia la salute delle persone e quanto questa dipenda dall’ambiente che ci circonda. Ad esempio uno studio1 dell’Università degli studi dell’Insubria di Varese riporta come ci siano forti correlazioni tra l’esposizione cronica a elevati livelli di inquinamento atmosferico – e conseguente fragilità delle popolazioni – e l’aumento della sintomatologia da Covid 19. A causa dell’aria inquinata si è notato un aumento del 5,1% in più del tasso di casi da Covid 19, pari a 294 casi aggiuntivi ogni 100mila persone in un anno.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.