La qualità dell’aria che respiriamo quotidianamente in città è pessima e mette seriamente a rischio la salute dei cittadini. È per questo che i volontari di Legambiente si sono ritrovati ieri mattina in piazza Garibaldi per la protesta “Ci siamo rotti i palmoni”. I manifestanti hanno indossato maschere antigas per simulare uno scenario del prossimo futuro, se le emissioni inquinanti nelle città italiane non verranno drasticamente ridotte, in rispetto dei nuovi obiettivi europei ma, soprattutto, per rientrare nei più stringenti limiti di esposizione fissati dall’Oms.

L’iniziativa è stata anche l’occasione per ricordare che l’Italia è stata condannata dalla Corte di Giustizia Europea per aver superato il valore limite delle concentrazioni di particelle inquinanti #PM10, in modo continuato, dal 2008 al 2017 e negli anni successivi sino al 2021. Tutte le città interessate nella campagna Clean Cities durante il 2021 hanno avuto problemi di inquinamento atmosferico. Infatti le medie annuali per il PM10 vedono tutti capoluoghi superare i nuovi limiti suggeriti dall’OMS, 10 microgrammi/metro cubo come media annuale. La media, calcolata dalle centraline presenti nelle città, a Milano è di 30 microgrammi/mc, 3 volte sopra il valore suggerito dall’OMS quindi, seguita da Torino con 29, Roma con 24, Napoli e Bologna con 23 e Bari 22. La situazione dell’inquinamento atmosferico più acuta si è registrata a Milano e Torino e Napoli che hanno anche superato, con almeno una centralina di monitoraggio, il limite di 35 giorni con una media superiore a 50 microgrammi metro cubo.

«Dalla nuova amministrazione – commenta Francesca Ferro, direttrice Legambiente Campania– si attendono provvedimenti di radicale cambiamento di medio e lungo periodo con obiettivi di riduzione misurabili e verificabili, puntando al decremento del traffico motorizzato privato e alla promozione della mobilità attiva. Aspettiamo – conclude – scelte coraggiose in materia ambientale per disegnare una città in linea con le scelte europee di contrasto ai cambiamenti climatici che necessariamente devono passare attraverso le grandi città metropolitane”.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Affascinata dal potere delle parole ha deciso, non senza incidenti di percorso, che sarebbero diventate il suo lavoro. Segue con interesse i cambiamenti della città e i suoi protagonisti.