Negli ultimi mesi la preoccupazione nei Campi Flegrei corre di bocca in bocca e sui social. La terra trema spesso, l’acqua del mare è sempre più bassa e i cittadini allarmati si chiedono cosa sta succedendo. I motivi della preoccupazione sono anche ben visibili: basta passeggiare sul lungomare di via Napoli o nel centro di Pozzuoli, nella zona della darsena, meglio conosciuta come “’O Valione”. “Da che io ne ho memoria l’acqua non è mai stata così bassa qui. Ed è un problema enorme perché le nostre barche toccano il fondo e si arenano. Abbiamo anche difficoltà a pescare. C’è bassa marea ma è anche colpa del bradisismo ”, dice un anziano pescatore quasi 80enne mentre guarda il mare sconsolato.

Poco più avanti, sul lungomare, un ‘altro evidente segno dell’abbassamento del livello del mare è la grande spiaggia che si è formata. “Quando ero piccola qui non c’era la spiaggia, non ci potevamo fare il bagno – racconta una 35enne stesa a prendere il sole – La spiaggia era sommersa dall’acqua ed era pieno di scogli. Ora c’è una larga spiaggia dove poter sostare, alla gente piace tanto ma non hanno capito che non è un fatto buono”. “È l’innalzamento del suolo di quest’anno che ha portato all’innalzamento della spiaggia – dice un altro signore sulla 50ina – È la prima volta che la spiaggia è così grande e si è ampliata negli ultimi 2 mesi”.

Non possono fare a meno di notare la situazione nemmeno i numerosi anziani che nelle mattine di sole affollano il lungomare e guardano l’acqua increduli. “Prima quando c’era la bassa marea l’acqua arrivava sotto la scogliera. Adesso che si è ritirata e Pozzuoli sta salendo automaticamente si è creata questa spiaggetta che è bellissima”, dice uno degli anziani. Sono loro, gli anziani che vivono da tutta la vita lì, la memoria storica dei cambiamenti della città di Pozzuoli. “ Pozzuoli è sempre variata molto – racconta un altro anziano – Per esempio al centro storico c’è una chiesa. Prima per entrare c’era bisogno di salire 10 scalini, ora ce n’è solo uno. Poi qui sul lungomare si vede perfettamente un muro antico. Prima era coperto da almeno 5 metri d’acqua”.

I puteolani come tutti gli abitanti dei Campi Flegrei sono abituati ad assistere a fenomeni vulcanici come il bradisismo, consistente in un periodico abbassamento (bradisismo positivo) o innalzamento (bradisismo negativo) del livello del suolo, relativamente lento sulla scala dei tempi umani (normalmente è nell’ordine di 1 cm per anno) ma molto veloce rispetto ai tempi geologici. Non è avvertibile in se stesso, ma riconoscibile visivamente lungo la riva del mare, mostrando la progressiva emersione o sommersione di edifici, coste, territori.

E sono abituati anche ai terremoti che questi spostamenti di terra talvolta comportano. “La settimana scorsa c’è stata la scossa di 3.5 gradi di intensità. Il terremoto non era così forte dll’84”, spiega una mamma con a seguito il bambino. “È stato un vero sobbalzo, non sono oscillanti, sono colpi grossi e abbiamo sentito anche un boato”, racconta un altro signore. “Abito al quarto piano e ogni volta le scosse le sento fortissime. Ma noi siamo nati qua e sappiamo che è così”, dice un’anziana.

La paura corre tra i cittadini ma nessuno sembra intenzionato a cedere al panico e andare via. In tanti temono che queste siano avvisaglie per un’eruzione o che un nuovo monte stia per sbucare tra le collinette vulcaniche del Campi Flegrei come è già successo nel 1538. “Se succede cosa dobbiamo fare? – chiosa un’altra donna – Chi vive a Pozzuoli ci convive con la paura. Viviamo sui Campi Flegrei, su un grosso vulcano. Non possiamo fare niente. Mica ti puoi mettere contro la natura?”.

Giuseppe de Natale, ricercatore dell’Ingv, ha spiegato che in realtà quello che sta succedendo in questi giorni lo avevano già previsto nel 2017 e non c’è nulla da temere. “I terremoti i quella zona avvengono esclusivamente quando c’è sollevamento del suolo – chiarisce il ricercatore – Sappiamo che dal 2005 a oggi c’è un fenomeno di sollevamento del suolo continuo, con tassi di sollevamento molto più bassi di quelli enormi che abbiamo visto negli anni ’80. Dall’ ’82 all’ ’84 ci furono picchi di sollevamento di un metro all’anno. Ora siamo a un sollevamento di 15 centimetri all’anno circa. La differenza è che all’epoca il fenomeno durò due anni e mezzo, ora sta durando da 17 anni”. (Qui la spiegazione completa del ricercatore di quanto sta accadendo nel Campi Flegrei).

C’è da temere per questi terremoti? “Anche se giustamente spaventano le persone, non sono terremoti distruttivi, anche ne 1984 i terremoti di magnitudo massima non distrussero edifici, provocarono al massimo piccoli danni”. Istituti come l’INGV e la Protezione Civile vigilano attentamente su questi fenomeni per cui non c’è da temere. Nonostante tutto i cittadini non possono fare a meno di essere in ansia per la loro sicurezza. “Ci stanno tenendo nascosto qualcosa secondo me”, azzarda un altro puteolano. Intanto nella zona c’è l’allerta gialla del piano di sicurezza, cioè quando ci sono delle osservazioni particolari che non sono del tutto normali, ma che non sono allarmanti. Il 24 marzo si è svolto presso la sala Emercom della Protezione Civile della Regione Campania una prima riunione tecnico-operativa a supporto del Comune di Pozzuoli per la valutazione degli effetti sul territorio del fenomeno bradisismico in atto.

All’incontro, chiesto dal sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia e coordinato dal Direttore Generale della Protezione civile, Italo Giulivo, hanno preso parte anche la direttrice dell’Osservatorio Vesuviano, Francesca Bianco, il Direttore Generale dell’Arpac, avvocato Stefano Sorvino, nonché i tecnici del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco e i dirigenti della Protezione civile regionale.

La riunione ha preso in considerazione gli aspetti legati alle misure di prevenzione e mitigazione del rischio sismico e ha istituito due tavoli tecnici di lavoro: uno finalizzato alla valutazione di procedure standardizzate per il controllo dell’effetto delle sollecitazioni sismiche sui fabbricati e l’altro per il monitoraggio ambientale dei gas vulcanici in atmosfera nelle aree delle fumarole.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.