Dopo la bocciatura del quesito relativo all’eutanasia, la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile anche il referendum sulla liberalizzazione della coltivazione della cannabis. Ad annunciarlo, nel corso della conferenza stampa, è il neo presidente Giuliano Amato. Le motivazioni verranno rese note dei prossimi giorni.

“Abbiamo dichiarato inammissibile il referendum, io dico, sulle sostanze stupefacenti, non sulla cannabis” ha spiegato Amato sottolineando il riferimento alle droghe pesanti. “Vi basti dire che il quesito è articolato in tre sottoquesiti e il primo relativo all’articolo 73 comma 1 della legge sulla droga prevede che scompare tra le attività penalmente punite la coltivazione delle sostanze stupefacenti di cui alle tabelle 1 e 3, ma la cannabis è alla tabella 2, quelle che includono il papavero la coca, le cosiddette droghe pesanti”.

“Già questo – ha sottolineato – è sufficiente a farci violare obblighi internazionali plurimi che abbiamo e che sono un limite indiscutibile dei referendum. Poi ci portano a constatare la inidoneità rispetto allo scopo perseguito perché il quesito non tocca altre disposizioni che rimangono in piedi e che prevedono la responsabilità penale delle stesse condotte”.

Via libera invece a cinque dei sei referendum abrogativi sulla giustizia. Ad aprile o a maggio (la data deve essere ancora ufficializzata, ndr) gli italiani potranno votare per cancellare la legge Severino sulla incandidabilità e decadenza di parlamentari e uomini di governo con una condanna minima di 2 anni, sulla separazione delle carriere dei magistrati, sulla stretta alla custodia cautelare, sul via libera alle candidature per il Csm senza bisogno di un numero di firme tra 25 e 50 e sul voto degli avvocati nei consigli giudiziari sulle valutazione dei magistrati. Sono cinque dei 6 referendum proposti dalla Lega e dal partito Radicale, ma presentati da otto Regioni governate dal centrodestra.

Giudicato inammissibile il quesito sulla responsabilità civile diretta dei magistrati “perché – ha spiegato Amato – essendo fondamentalmente sempre stata la regola per i magistrati quella della responsabilità indiretta, la introduzione della responsabilità diretta rende il referendum più che abrogativo. Qui stiamo parlando della responsabilità dei magistrati per i quali la regola diversamente da altri funzionari pubblici era sempre stata della responsabilità indiretta”.

Eutanasia: “Quesito era su omicidio del consenziente”

Intanto Amato sull’eutanasia ha spiegato: “Nella sorpresa e amarezza sulla decisione di ieri ha giocato il fatto che si era detto che il referendum fosse sull’eutanasia , in realtà era sull’omicidio del consenziente e avrebbe finito per legittimarlo ben al di là nei casi in cui l’eutanasia possa aver luogo, casi che stanno del tutto al di fuori della relazione medica e del mondo eutanasico”.

“Leggere o sentire che chi ha preso la decisione non sa cosa è la sofferenza ci ha ferito ingiustamente – ha aggiungo Amato-. Il referendum non era sull’eutanasia ma sull’omicidio del consenziente”.

La delusione di Cappato. “Oggi sapremo se la Corte costituzionale presieduta da Giuliano Amato cancellerà anche il #ReferendumCannabis dopo il #ReferendumEutanasia” aveva scritto in mattinata Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni. “C’è da temere, per la democrazia italiana più che per l’eutanasia o la cannabis (che legalizzeremo comunque)”.

Dopo l’annuncio di Amato sull’inammissibilità del quesito sulla Cannabis, Cappato ha aggiunto: “La Corte costituzionale presieduta da Giuliano Amato ha completato il lavoro di eliminazione dei referendum popolari. Dopo eutanasia anche Cannabis. Hanno così assestato un ulteriore micidiale colpo alle istituzioni e alla democrazia”.

La palla passa ora al Parlamento che, secondo Amato, “forse sarà troppo occupato dalle questioni economiche ma forse non dedica abbastanza tempo a cercare di trovare la soluzione su questi temi valoriali. E’ fondamentale che in Parlamento capiscano che se questi temi escono dal loro ordine del giorno possono alimentare dissensi corrosivi per la coesione sociale”.

Poi aggiunge: “Giuliano Amato ha affermato il falso dicendo che il #referendum non toccherebbe la tabella che riguarda la #cannabis. Non sono stati nemmeno in grado di connettere correttamente i commi della legge sulle droghe. Un errore materiale che cancella il referendum”

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