Il reparto “Palermo” dell’ospedale Cardarelli di Napoli ha fatto sapere che, a seguito di una circolare divulgata dal Responsabile Unico del Procedimento Covid,  non potrà più procedere al ricovero dei detenuti. È una decisione che ancora una volta pone l’accento su un tema che è sotto gli occhi di tutti tanto quanto ignorato da tutti: il diritto alla salute dei carcerati.

“Sono assolutamente consapevole che l’ospedale Cardarelli, il più grande del Sud Italia, è da tempo sotto pressione per il numero spropositato di utenti che vi ricorrono. Non mi sfuggono certamente gli sforzi che l’azienda ospedaliera e tutto il personale sanitario realizza attraverso diverse misure, nel tentativo di affrontare e di alleviare la situazione, ma mi corre l’obbligo di contestare duramente tale decisione”. Si apre con queste parole la lettera che il Garante campano dei diritti delle persone sottoposte a misura restrittiva della libertà personale, Samuele Ciambriello, ha inviato al direttore generale dell’azienda ospedaliera Cardarelli, Giuseppe Longo, e al responsabile unico del procedimento Covid, Ciro Coppola. Nell’ospedale Cardarelli, il reparto Palermo, in parte riservato ai detenuti delle case circondariali di Secondigliano e Poggioreale, ha 12 posti disponibili. Negli ospedali campani, invece, sono solo 35 i posti destinati alle persone in custodia carceraria.

“Impedire ad una platea di circa 3600 detenuti di accedere alle cure sanitarie e alle emergenze che non possono essere trattate nei centri clinici di Poggioreale e di Secondigliano, a me pare, sinceramente, un rimedio peggiore del male introdotto dall’emergenza Covid – conclude Ciambriello – Nei due Istituti di pena vi sono ristretti bisognevoli di ricovero e già programmati nel tempo, che non potranno essere trasferiti al Cardarelli. La circolare va modificata”.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.