L’inferno dietro le sbarre
Carceri senza sanitari, il caso dei 1500 Oss sospesi: così i detenuti perdono il diritto alla salute
Sono in totale 1.500, di cui 500 destinati alle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) e 1000 ai penitenziari italiani. Sono Operatori socio sanitari (Oss) assunti tramite l’ordinanza 665 della Protezione civile del 22 aprile del 2020. Lo Stato ha messo allora a disposizione per queste risorse 7.800.000 milioni di euro per due anni. Agli operatori è sato riconosciuto un compenso solidale e forfettario di circa 100 euro al giorno. La necessità di assumere altro personale è nata durante l’emergenza pandemica che ha messo in ginocchio le strutture sanitarie e soprattutto le carceri italiane.
Ad oggi, nonostante una proroga ricevuta lo scorso 16 maggio con l’approvazione dell’ordinanza numero 892, valida fino al prossimo 31 dicembre, gli operatori da un mese sono stati sospesi dal servizio. In pratica 1.500 persone sono di fatto disoccupate. Questo nonostante le Asl territoriali e le amministrazioni penitenziarie delle singole carceri, tra cui quelle della Regione Campania, hanno più volte manifestato la disponibilità ad accogliere tali risorse. Si tratterebbe di forze indispensabili considerata la continua e costante emergenza di personale che caratterizza il binomio sanità-carcere. Un contesto drammatico che vede il diffondersi nei penitenziari di malattie infettive come l’hiv, l’epatite B e C e la tubercolosi.
«È il classico corto circuito burocratico che spesso paralizza i processi nel nostro Paese – ha spiegato a Il Riformista Irene Testa, Tesoriere del Partito Radicale – Mi sto occupando in prima persona di questa vicenda. Si tratta di persone retribuite in modo ridicolo, come se fossero state assunte in forma volontaria. Ad oggi la pandemia non è certo finita e vista l’emergenza che c’è nelle carceri, mettere a disposizione dell’amministrazione penitenziaria nuove risorse, è un’azione fondamentale».
Avendo riscontrato alcune difficoltà nel reperire i dati relativi all’impiego degli Oss nelle carceri, riportiamo ciò che il XVIII rapporto di Antigone ha pubblicato sulla figura degli educatori per l’anno 2021. In particolare nei penitenziari italiani è attivo un organico di 733 educatori su 896 previsti. Questo vuol dire che c’è un educatore ogni 82 detenuti. Al Centro-Sud vi è un’incidenza di 79,6. Gli educatori sono figure fondamentali. Essi collaborano alla progettazione delle varie attività da condurre nelle carceri e forniscono supporto, anche sanitario, ai detenuti.
Il mistero delle statistiche ha caratterizzato anche questa vicenda degli Operatori socio sanitari sospesi: «Sappiamo quali regioni hanno fatto richiesta per gli Oss – ha affermato Testa – Ma non siamo a conoscenza per quale destinazione specifica e in che numero. C’è uno stallo che blocca l’intero processo e che vede come protagonisti il Ministero del Lavoro, della Sanità e della Giustizia». Ed è proprio con il Ministro Marta Cartabia che Testa con una delegazione di Oss ha fissato un incontro per l’inizio della prossima settimana: «Ci auguriamo che il Ministro Cartabia – ha concluso il Tesoriere del Partito Radicale – dimostri anche in questo caso tutta la sua sensibilità rispetto a tali argomenti e ci dia una mano per sbloccare la situazione».
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