Le chiacchiere
Esecuzione penale, tante parole (anche di Draghi e Cartabia) ma nessuna svolta: la rieducazione resta un privilegio di pochi

Esecuzione penale. La necessità di un concreto cambiamento, per una migliore sicurezza sociale. È questo il titolo dell’incontro che si terrà a Santa Maria Capua Vetere il 29 aprile, alle ore 14, presso il Salone degli Specchi del Teatro Garibaldi, a cura della locale Camera penale ed a cui parteciperanno tutte le Camere penali del distretto della Corte di Appello. L’evento conferma il costante impegno dell’avvocatura per il rispetto dei principi costituzionali e delle norme dell’ordinamento penitenziario, in gran parte, da lungo tempo se non da sempre, ignorate.
A dicembre scorso l’Unione Camere penali denunciò a Roma, in un convegno nazionale, la mancata applicazione della riforma, chiesta dalla Corte europea dei diritti dell’uomo ed oggetto di una legge delega del Parlamento al Governo, già scritta e mai tramutata in legge. Anni di lavoro, tra Stati generali dell’esecuzione penale e commissioni ministeriali, che sono rimasti lettera morta, nonostante il «cambio di passo» più volte annunciato dal ministro della Giustizia Marta Cartabia e dallo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi. Furono proprio loro, giunti a Santa Maria Capua Vetere dopo la diffusione dei video delle inaudite violenze subite dai detenuti all’interno del carcere da parte del personale della polizia penitenziaria, ad assicurare che presto ci sarebbe stata la dovuta e non più procrastinabile svolta.
Risuonano ancora le parole del Capo del Governo: «Oggi non siamo qui a celebrare trionfi o successi, ma piuttosto ad affrontare le conseguenze delle nostre sconfitte. Venire qui oggi significa guardare da vicino, di persona per iniziare a capire…la responsabilità collettiva è di un sistema che va riformato. Il Governo non ha intenzione di dimenticare.. La Costituzione italiana sancisce all’art. 27 i principi che devono guidare lo strumento della detenzione: Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. La ministra Cartabia presenterà delle proposte che sosterrò con convinzione, anche a nome di tutto il Governo. A questi principi deve accompagnarsi la tutela dei diritti universali: il diritto all’integrità psicofisica, all’istruzione, al lavoro e alla salute, solo per citarne alcuni…Le carceri devono essere l’inizio di un nuovo percorso di vita. L’Italia, questo Governo, la comunità di Santa Maria Capua Vetere, vogliono accompagnarvi».
Era il 14 luglio 2021. Dopo circa un anno, nulla è stato concretamente fatto. In carcere si soffre, ci si ammala, si muore. La rieducazione, prevista in Costituzione, è un privilegio per pochi. Istituti fondamentali come il consiglio di aiuto sociale, previsto già nel 1975 con l’entrata in vigore dell’ordinamento penitenziario, non trovano alcuna applicazione nonostante la loro particolare importanza: avvicinare i detenuti negli ultimi mesi di carcerazione ed accompagnarli all’uscita per favorire il loro reinserimento sociale. I reclusi sono abbandonati a se stessi dentro e dimenticati una volta usciti. Lo Stato li priva della libertà e si accontenta di questo parziale, cieco e inutile risultato. Ecco perché i penalisti italiani tornano a Santa Maria Capua Vetere e lo fanno con il loro presidente, l’avvocato Gian Domenico Caiazza che introdurrà i lavori, dopo i saluti del presidente della locale Camera penale, avvocato Francesco Petrillo, e dei presidenti delle Camere penali del distretto.
Seguiranno gli interventi dei rappresentanti di tutte le componenti sociali che hanno e/o possono avere un ruolo da protagonisti per un’esecuzione penale che finalmente cambi, non solo per essere conforme al dettato costituzionale, ma anche per assicurare all’intera comunità quella sicurezza sociale tanto agognata. Il dibattito vedrà la presenza di Lucia Castellano, provveditore reggente del Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria della Campania; di Samuele Ciambriello, garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale; di Raffaella Pignetti, imprenditrice e presidente del Consorzio Asi Caserta, per il progetto “Mi riscatto per il futuro”, sulla formazione e il reinserimento sociale dei detenuti attraverso lavori di pubblica utilità nelle aree industriali del consorzio; di Marco Puglia, magistrato di Sorveglianza; di Catello Vitiello, deputato e componente della Commissione Giustizia. Un incontro, quindi, di voci autorevoli ancora una volta voluto dalle Camere Penali, che, come in passato, continuano a denunciare l’assenza di una seria politica sull’Esecuzione penale. Non ci arrenderemo mai, perché quello che chiediamo è il rispetto della legge, come ben sa chi declama, ma dimentica.
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