La situazione nelle carceri campane diventa sempre più insostenibile. Sovraffollamento, carenze di cure, agenti in sottorganico, peggiorano di giorno in giorno. E la pandemia non ha fatto altro che accentuare tutto questo. Per questo motivo il garante dei detenuti della regione Campania, Samuele Ciambriello, lancia un accorato appello: “Subito un decreto ristori per i detenuti, più personale nelle carceri, tutela della salute, territorialità della pena. La politica si svegli!”.

“Il carcere per la politica è una risposta semplice a bisogni complessi, a questa politica io chiedo un cambio di passo – dice Ciambriello – subito misure alternative al carcere, un decreto svuota carceri. Subito l’inserimento di più agenti di polizia penitenziaria e figure socio sanitarie nelle carceri, vaccini e cure mediche per i detenuti e gli operatori penitenziari. Ma soprattutto occorre far vivere la territorialità della pena: i campani nelle carceri campane e non fuori regione”.

Il sovraffollamento aumenta, gli atti di autolesionismo fra i detenuti sono sempre più frequenti, le criticità strutturali e relative alle risorse non vengono risolte, le tensioni crescono. Emblematica è la situazione di Poggioreale. Il numero dei detenuti continua ad aumentare: secondo il report ministeriale, ai dati aggiornati al 31 gennaio scorso, nelle carceri della Campania si è arrivati a quota 6.702 detenuti, a fronte di una capienza di 6.113 posti, un dato che fa registrare un trend in crescita considerato che negli ultimi mesi il numero dei reclusi in Campania è mediamente aumentato (a gennaio dello scorso anno si registravano circa 6400 detenuti).

A Poggioreale, nel più grande carcere della regione e di tutta Italia, si è ormai a quota 2.229 reclusi e se si considera che la capienza è di 1.571 posti, basta un rapido calcolo matematico per capire che stiamo parlando di 658 persone in più, per le quali uno spazio lo si può trovare solo limitando gli spazi già limitati a disposizione di tutti gli altri. E di questo passo una cella per quattro diventa una cella per sei e poi per otto e per dodici detenuti.

Se non ci fosse un soffitto umido di muffa a stabilire un limite oggettivo si innalzerebbero letti a castello all’infinito. Una condizione che da tempo viene definita invivibile. E ora a mettere il carico su tutto ci si mette anche la polizia penitenziaria. I sindacati hanno annunciato uno stato di agitazione che durerà sessanta giorni.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.