Da Genova Mario Draghi ha annunciato “un intervento di ampia portata” per andare in soccorso a famiglie e imprese schiacciate dal caro-bollette. Sul tavolo ci sarebbe già un piano di misure strutturali per arginare l’impennata dei prezzi del gas che oggi si aggira intorno a 80 auro per megawattora.

Nel nuovo schema di decreto da 5-7 miliardi di euro, ancora da approvare, ci sarebbe il via libera al raddoppio della produzione del gas nazionale e una vendita a “a prezzi controllati” quindi a sconto, di una riserva di gas ad hoc destinata alle imprese più in difficoltà, soprattutto le energivore e le pmi. Un modo per evitare che le aziende chiudano lasciando dietro di se una scia di oltre 500mila disoccupati.

E poi l nuovo provvedimento confermerà l’azzeramento degli oneri di sistema per famiglie e imprese costato complessivamente per il primo trimestre 5,5 miliardi di euro. Ecco perché l’intervento complessivo potrebbe davvero arrivare a sfiorare 7 miliardi. In questo modo Draghi spera di non dover attingere al bilancio dello Stato e tantomeno di essere costretto a fare nuovo debito.

I tecnici, infatti, sono sì al lavoro per un intervento che faccia fronte all’emergenza, con una attenzione particolare alla imprese, ma anche per una strategia “di sistema” che porti nel lungo periodo a non subire queste variazioni, anche speculative del costo dell’energia. Dunque non una misura emergenziale ma una riforma strutturale.

Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, intervistato dal Tg1, ha ricordato che quest’anno l’industria pagherà una bolletta di 37 miliardi rispetto agli 8 degli anni passati. “Da qui si capisce la dimensione del fenomeno: noi abbiamo bisogno di interventi che non possono più essere congiunturali, ci vogliono interventi strutturali”.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.