Il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Fegica e Figisc dichiarando illegittimo il decreto carburanti emanato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy il 31 marzo scorso. Il testo si occupava di definire le modalità di comunicazione dei prezzi medi (regionali e nazionali) dei carburanti da parte degli esercenti, calcolati dal ministero dell’Ambiente su base giornaliera. Ad ogni distributore era stato infatti imposto di esporre e di aggiornare quotidianamente un cartello con su indicato il costo medio di benzina e diesel nel perimetro dei 20 enti locali.

Il provvedimento era stato lanciato dal Ministro Urso per combattere il consistente aumento dei prezzi iniziato già dopo il mancato rinnovo dello sconto sulle accise a inizio anno e proseguito con le impennate estive, ma a conti fatti i prezzi hanno continuato a seguire il consueto andamento, registrando un netto aumento ad inizio di agosto e successivamente una diminuzione. Il Tar ha rinvenuto una “violazione delle norme procedimentali per l’azione del decreto”, evidenziando l’assenza di una “preventiva comunicazione al presidente del Consiglio dei ministri, e del parere del Consiglio di Stato”.

La soluzione di Dona

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, ha espresso la necessità di dare pronta esecuzione ad un’applicazione per dispositivi mobili dedicata agli automobilisti, già prevista dal decreto-legge del 14 gennaio 2023, numero 5, e già annunciata quasi 10 mesi fa. L’app – a detta di Dona – segnalerebbe ai conducenti il distributore più conveniente nella loro zona, offrendo una panoramica dei prezzi di ogni stazione di servizio, ben più efficace dell’esposizione del prezzo medio, che fornisce informazioni distorte e errate. “Un servizio accurato e vantaggioso per i consumatori”.

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