Nulla, abbiamo scherzato. Può succedere. Il gip del tribunale di Milano Chiara Valori ha archiviato ieri l’indagine a carico del presidente della regione Lombardia Attilio Fontana. Il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli (già candidato senza successo a prendere il posto di Francesco Greco) e i sostituti Luigi Furno e Carlo Scalas, avevano accusato Fontana ed altre quattro persone di frode in pubbliche forniture. L’indagine era relativa all’affidamento, nell’aprile 2020, da parte del Pirellone di una fornitura, poi trasformata in donazione, del valore di circa mezzo milione di euro, di 75mila camici e altri dispositivi di protezione individuale.

Per comprendere la vicenda bisogna tornare alla primavera del 2020, quando l’Italia era travolta dall’emergenza Covid. Mentre le immagini delle bare di Bergamo facevano il giro del mondo, tutte le pubbliche amministrazioni, ad iniziare da regione Lombardia, erano alla disperata ricerca di camici e mascherine. Fra le varie aziende fornitrici, si fece avanti Dama, società del cognato di Fontana. Quando emerse il possibile conflitto di interessi (la moglie di Fontana aveva il 10 percento della Dama), il governatore, secondo la Procura, avrebbe tentato “di simulare l’esistenza” dall’inizio “di un contratto di donazione” per i 50mila camici che erano stati già consegnati. La restante parte, 25mila, invece, non arrivò più a destinazione. Fontana si era sempre difeso, affermando che questa fornitura, trasformata in donazione, aveva consentito alla regione Lombardia di risparmiare la somma messa inizialmente a budget.

Per rifondere Dama del mancato guadagno, Fontana aveva poi effettuato un bonifico dal proprio conto di 250mila euro. L’indagine colonizzò le prime pagine per mesi. Fra i più accaniti supporter della procura milanese, Report, i quotidiani del gruppo Gedi e l’immancabile Fatto Quotidiano. Feroce, come da copione, la strumentalizzazione della politica, con l’asse Pd-M5S che in Lombardia è all’opposizione da sempre, alla ricerca delle dimissioni del governatore. Per conoscere le motivazioni con cui il gup ha messo una pietra sulla spettacolare inchiesta condotta dalla finanza bisognerà attendere 15 giorni. L’archiviazione dell’inchiesta “camici” segue quella per epidemia colposa ed omicidio colposo plurimo. Anche in quel caso, in piena emergenza Covid, i pm milanesi, partendo dal Pio Albergo Trivulzio, avevano messo sotto tiro manager e dirigenti di Regione Lombardia.

In quel caso, comunque, era stata la stessa Procura a chiedere l’archiviazione del fascicolo. Tutte le inchieste sul Covid avviate dalla Procura di Milano nella gestione Greco si sono trasformate in un buco nell’acqua. Al neo procuratore Marcello Viola il compito, titanico, di raddrizzare la barca. Già il fatto che non rilasci interviste ed abbia silenziato i suoi loquaci collaboratori è un segnale che fa ben sperare per il futuro. Incassata l’archiviazione, Fontana è ora pronta per ricandidarsi l’anno prossimo. Fra i primi a congratularsi per l’assoluzione, il sindaco di Milano Beppe Sala.