15 giugno del 1978. Aldo Moro è stato ucciso poco più di un mese prima. Al governo c’è Andreotti, sostenuto dai comunisti. La sera, alle 20, compare in Tv il presidente della Repubblica Giovanni Leone, napoletano, 70 anni, e annuncia le sue dimissioni. Il motivo? Una feroce campagna di stampa contro di lui, alimentata dai servizi segreti, con vari dossier, e da alcuni partiti politici di opposizione. Leone non ha nessuna colpa. Il suo coinvolgimento nel caso Lockhe è da escludere. L’Espresso lo massacra. Lui non ne può più, lascia. Perché lascia? Leone è uno degli ultimi statisti, uno di quelli che hanno fatto grande l’Italia. Sa sacrificarsi e si sacrifica.

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