Neanche il tempo di fare i conti con la variante Delta che ecco la variante Lambda del coronavirus. Arriva dal Perù, è stata registrata già in quattro continenti. L’Organizzazione della Sanità (Oms) l’ha classificata tra le varianti di interesse ma non tra quelle che destano preoccupazione. Gli studi sulla mutazione sono in corso. La sigla della variante Lambda è C.37.

Dall’inizio di giugno l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha adottato una nuova nomenclatura, basata sulle lettere dell’alfabeto greco, ai nuovi ceppi del virus. Le definizioni legate alla provenienza geografica delle varianti sono state ritenute discriminatorie per l’Oms e quindi la variante inglese è diventata Alfa, quella sudafricana Beta, quella brasiliana Gamma, i due sottotipi della variante indiana sono diventate Delta e Kappa. Lambda è comparsa a fine dicembre in Perù. È diventata il ceppo predominante nel Paese sudamericano (oltre 193mila vittime dall’esplosione della pandemia, il tasso più alto al mondo), all’82% dei casi tra maggio e giugno.

È diffusa già in 30 Paesi in quattro continenti. Anche in Italia: la Lombardia, il Piemonte, l’Emilia Romagna, il Lazio e la Sicilia sono le Regioni che hanno già tracciato e condiviso le sequenze della variante. È caratterizzata da un mix di mutazioni inusuale. Sette mutazioni sulla proteina Spike. La mutazione L452Q sembra ricordare quella che determina la maggiore contagiosità – tra il 40 e il 60%, ma non letalità – della variante Delta. Gli esperti sono alle prese con pochi dati, troppo pochi per capire la reale pericolosità della variante.

“Al momento non c’è una prova che faccia pensare che sia più aggressiva delle altre varianti – ha osservato Jairo Menz Rico, consulente per le malattie virali all’Organizzazione sanitaria pan-americana – È possibile che ci sia un più alto tasso di contagio ma c’è ancora da studiare”. I dati dell’Università del Cile su vaccinati con il siero cinese CoronaVac sembrano suggerire al momento che la mutazione potrebbe essere più infettiva di Gamma e Alfa e che sia anche più abile nello sfuggire agli anticorpi introdotti dal farmaco. Si tratta però di dati circoscritti nei numeri e nelle circostanze, come il vaccino in questione.

Lambda rappresenta oggi il 50% dei nuovi casi anche in Cile. La variante è stata quindi tracciata in Argentina, dove ha contagiato anche il Presidente Alberto Fernandez, in Colombia, Ecuador, Brasile, Messico, Stati Uniti e Canada. E quindi in Europa nel Regno Unito e in Italia. L’Istituto Superiore di Sanità ha intanto fatto sapere, nel suo report pubblicato venerdì scorso, che la mutazione Delta si è estesa fino al 22,7%, con picchi del 35% e 56% rispettivamente in Lazio e Abruzzo, ed è stata identificata in 16 Regioni. Quella predominante resta l’Alfa ma secondo il Centro Europeo per il Controllo delle malattie (Ecdc) entro agosto il 90% dei casi nel Continente saranno casi di variante Delta.

Il ministero della Salute di Israele ha comunicato che il vaccino Pfizer BioNtech ha un’efficacia del 60% sui sintomi della covid-19 con variante Delta. Sulle ospedalizzazioni, e quindi sulle forme gravi di malattia le percentuali superano il 90% secondo studi condotti in Uk e in India. “Come Paese siamo in ritardo, perché manca un programma nazionale di sequenziamento delle varianti con studi di funzione per capire se e quanto siano pericolosi. Abbiamo un nemico che cambia e non possiamo non possiamo non conoscerlo – ha detto l’immunologo e direttore scientifico dell’Humanitas di Milano Alberto Mantovani in un’intervista a La Stampala Delta è la quarta variante che preoccupa, ma ce ne sono state tante e altre ne arriveranno. Bisogna prepararsi. E il Green Pass va dato dopo due dosi di vaccino e ai guariti con una dose”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.