Alessia è figlia di librai e cartolai romani Piperno, il fiore della gioventù ebrea romana e adesso è nelle mani della polizia segreta iraniana che sta arrestando, torturando, intimidendo tutte le donne insorte e che con la loro protesta temeraria, sapendo il peggio che può accadere loro, non esitano ad andare avanti e hanno messo gravemente in crisi il regime degli Ayatollah che sfida i diritti civili di tutte le donne del mondo dalla conquista del potere dell’Ayatollah Khomeini quando riuscì a mettere in fuga lo Scià di Persia quarantadue anni fa. Alessia Piperno ha trent’anni e viaggia per il mondo da sette, finché non è stata arrestata a Teheran il 30 settembre. E da allora non si sa nulla. Neanche la notizia dell’arresto è certa, perché la giovane romana è sparita e non posta più le sue cronache su Instagram.

In realtà neanche la data dell’ultimo mese di settembre è certa, perché quella è soltanto la data del suo ultimo messaggio su Instagram, che è straziante. Il regime si sente sotto attacco sia dalle opposizioni clandestine, sia dalla pressione politica che tutte le donne del mondo per lo più aderenti a organizzazioni per i diritti civili che hanno promesso di non permettere al regime di voltare pagina dopo la barbara esecuzione di una ragazza iraniana prelevata dalla polizia per strada con l’accusa di indossare il velo “in maniera scorretta” e poi scaraventata in un van e dentro presa a calci e bastonate prima di essere scaricata agonizzante sull’asfalto. L’insurrezione è esplosa immediatamente in modo spontaneo con la partecipazione anche di moltissimi uomini al fi anco delle loro donne. Ma il regime ha scatenato insieme alla repressione contro i manifestanti anche una campagna contro i curdi sostenendo che le manifestazioni erano soltanto il frutto di una macchinazione curda per occultare un traffico di armi con i curdi turchi e siriani.

Alessia Piperno è una ragazza solare, sorridente e tanto spaventata quanto attratta dalle lotte civili che vive da tempo con una passione lirica che ha riversato su Instagram. Nell’ultimo messaggio aveva scritto parole che rimbalzano in tutte le lingue sui social di tutto il mondo e in particolare l’ultimo brano da lei scritto e postato il trenta scorso: «Mentre gli spari rimbombavano alle nostre spalle e l’odore del gas si propagava nell’aria, non so cosa sia passato nella mia mente mentre gli occhi giravano impazziti. Ho chiuso la porta dell’ostello mentre la gente urlava e dopo trenta secondi ho sentito bussare violentemente: erano due donne, due uomini e due bambini che tossivano bruscamente per aver respirato il gas e la donna più anziana era in preda ad un attacco di panico e chiedeva “Milk! Milk!” Mentre cercavo un bicchier d’acqua ho visto lei seduta a terra con le gambe rannicchiate e il viso rigato dalle lacrime ma senza piangere. Gli occhi fissavano un punto lontano e non saprò mai il nome di quella bambina ma era il volto della paura. Le ho dato un biscotto, una gomma e le ho offerto il mio cellulare. Le ho chiesto di dirmi che cosa voleva. Lei ha disegnato una casa».

Alessia Piperno era arrivata in Iran dopo sette anni in Pakistan e si era trovata subito in strada con tutti i manifestanti contro il regime e ha annotato giorno per giorno sia ciò che vedeva, sia ciò che accadeva dentro di lei: «Non riesco più ad andarmene, ora più che mai. E non lo faccio per sfidare la sorte, ma perché anche io sono ora parte di tutto questo: in due mesi questa terra che mi ha accolta a braccia aperte mi è entrata dentro e profondamente nel cuore». Di fronte alla totale indifferenza dell’Europa aveva appena scritto: «Noi europei non sappiamo nulla di loro, eppure stanno manifestando per la loro libertà».

L’Unione Europea ha fatto sapere che sta seguendo la vicenda di Alessia, ma le fonti diplomatiche ricordano che questo è un pessimo momento per discutere con l’Iran perché il Paese che più di ogni altro nega l’identità alle donne, in buona compagnia con l’Afghanistan e le peggiori tirannie religiose, è ora saldamente alleato con la Russia di Putin e si trova preso a tenaglia dalle manifestazioni sempre più violente di un popolo esasperato e la posizione conflittuale con la Turchia che rappresenta il maggiore avversario sunnita e membro della Nato. Malgrado ciò, sia Bruxelles che la Farnesina cercheranno di liberare Alessia e riportarla a casa sana e salva.

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Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.