È ancora presto per introdurre l’uso immediato di una quarta somministrazione dei vaccini anti-covid a tutta la popolazione, da valutare attentamente il prosieguo della campagna vaccinale. Questa la conclusione, momentanea certo, di Ema (Agenzia Europea del Farmaco) ed Ecdc (Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie). Si parte con una seconda dose booster solo per una fascia precisa di popolazione e pazienti.

La quarta dose del vaccino anti-Covid è prevista per le persone che abbiano compiuto o superato gli 80 anni di età, per gli ospiti delle Rsa e per coloro i quali siano inseriti nelle categorie a rischio e abbiano un’età compresa tra i 60 e i 79 anni. A dare notizia delle indicazioni una nota congiunta di Ministero della Salute, AIFA, ISS e CSS che argomenta le modalità di somministrazione. Ema ed Ecdc ritengono come al momento non ci siano prove chiare a indicare come, negli adulti con sistema immunitario non compromesso, la protezione vaccinale fornita da tre dosi stia diminuendo. Troppo presto per somministrare una quarta dose a tutta la popolazione.

“Si raccomanda la somministrazione di una seconda dose di richiamo (secondo booster) con vaccino anti-Covid a mRna nei dosaggi autorizzati per la dose booster, purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno 120 giorni dalla prima dose di richiamo“. Quindi devono essere passati almeno 4 mesi dal precedente richiamo, ovvero la terza dose. Inoltre la nota specifica che “non si applica ai soggetti che hanno contratto l’infezione da Sars-CoV-2 successivamente alla prima dose di richiamo“.

Il sottosegretario alla Salute Pier Paolo Sileri sostiene che sarà la scienza a indicare “a quali fasce della popolazione somministrare un ulteriore richiamo, quando avremo forse un vaccino più aggiornato che andrà ripetuto ogni anno come il vaccino antinfluenzale”. Sulla stessa linea il virologo e docente dell’università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco che propone una campagna vaccinale da lanciare in autunno indirizzata “su base volontaria” alle categorie più a rischio come succede per l’influenza ogni anno. Il gruppo di ricerca Vax4frail ha definito la quarta dose “fondamentale per chi ha un tumore, soffre di patologie reumatologiche o neurologiche o assume farmaci immuno-depressivi”.

Secondo i dati rilasciati da Fondazione Gimbe, solo 64.792 quarte dosi sono state somministrate agli immunocompromessi. La copertura della platea si ferma all’8,2% del totale, con nette differenze regionali. Si va dallo 0,8% del Molise al 36,7% del Piemonte. Al momento, comunque, non sono emersi problemi di sicurezza dagli studi sui booster aggiuntivi. Le somministrazioni su quarte dosi sono iniziate prima che altrove in Israele e i dati indicano come una quarta dose riesca a ripristinare i livelli di anticorpi, senza sollevare nuovi problemi di sicurezza. Inoltre, sembra che riesca a fornire anche una protezione aggiuntiva contro le malattie gravi. Tuttavia, la durata dei benefici non è ancora nota e le prove sono ancora limitate.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.