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Accordo ostaggi Israele-Hamas, Asra Jabas può tornare in libertà. La responsabile dell’attacco di Gerusalemme condannata per tentato omicidio
Asra Jabas era stata condannata ad undici anni per tentato omicidio nel 2016. Aveva 31 anni quando qualche mese prima, al grido di “Allahu Akbar”, fece detonare una bombola di gas davanti ad un poliziotto che aveva notato la sua aria sospetta e che la fermò per un controllo al checkpoint dell’insediamento di Maale Adumin appena fuori Gerusalemme chiedendole di uscire dalla macchina. Ora, nell’accordo tra Israele e Hamas per il rilascio di ostaggi in cambio di prigionieri palestinesi potrebbe esserci anche il suo nome, così come quello di altre donne e ragazzi affiliati a gruppi terroristici.
Nella lista di oltre 300 nominativi che Israele ha pubblicato sul sito governativo compaiono non soltanto membri della principale organizzazione terroristica responsabile dell’attacco del 7 ottobre, ma anche membri di Fatah, la Jihad Islamica, e del Fronte Popolare.
Altri invece hanno agito da soli: sotto la lente d’ingrandimento, per i loro precedenti rientrano 13 donne e 123 minorenni, e nonostante la posizione ufficiale dello Stato ebraico sia quelle di rifiutarsi di liberare condannati per omicidio, sul ‘tentato’ sarebbe pronto a fare un’eccezione, e già nei prossimi tre giorni di tregua, l’accordo sarebbe pronto ad estendersi – partendo dai 50 inizialmente previsti – ad altri 250 nomi.
Sono 7000 in totale dei palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, di cui quasi un terzo arrestato dopo l’attacco del mese scorso. Nomi e volti pronti a tornare a piede libero, come quello di Jabas, tristemente noto per i segni dell’esplosione e per il caso mediatico della sua successiva richiesta – poi respinta dalle autorità – di ricevere un intervento di chirurgia plastica. Da pedina, nel gioco dei ricatti, tra poco sarà libera di farlo.
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