Chloé Zhao ha scritto la storia con il suo Nomadland. Ha vinto l’Oscar per la miglior Regia, oltre a quello per il Miglior Film. È la seconda donna della storia ad aggiudicarsi la statuetta per la Miglior Regia. La prima asiatica. Il suo film si è aggiudicato anche il premio per la Miglior Attrice Protagonista, andato alla star Frances McDormand. Il film sul nomadismo statunitense si era aggiudicato anche il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia, il Golden Globe e il Bafta.

La prima donna a portarsi a casa la statuetta fu Kathryn Bigelow con The Hurt Locker nel 2010. Solo cinque anni fa l’appello che chiedeva agli Academy Awards di essere più aperti, e quindi meno bianchi e più aperti alla premiazione delle donne. L’anno scorso a vincere il Miglior Film era stato Parasite del sudcoreano Bong Joon-ho. Italiana invece la prima donna candidata all’Oscar per la Miglior Regia, Lina Wertmuller, per Pasqualino Settebellezze del 1976.

Zhao ha 39 anni, è nata a Pechino nel 1982. Figlia di papà dirigente di un’acciaieria e mamma infermiera. Si è laureata in Scienze Politiche. Ha studiato a Londra e quindi a Los Angeles. Si è quindi iscritta all’Università di arti liberali di Mount Holyoke, nel Massachusetts, dove ha ottenuto un bachelor’s degree in scienze politiche. Ha lavorato da barista, nel settore pubblicitario e in quello immobiliare. Ha studiato cinema alla Tisch School of Arts dell’Università di New York.

Il suo primo film è stato Songs My Brothers Taught Me, realizzato dopo una serie di cortometraggi. Nel 2017 è stato il turno di The Rider – Il sogno di un cowboy. Spesso ha utilizzato attori non professionisti per i suoi film. Nomadland è il suo terzo. Sempre dall’interno del cinema indipendente. Quest’anno sarà il turno di Eternal, prodotto dai Marvel Studios, a uscire nelle sale.

Frances McDormand nel film premiato dagli Academy è Fern, sessantenne che decide di intraprendere un viaggio nel cuore dell’America a bordo di un furgone. Storia ispirata da tre anni di inchiesta on the road della giornalista Jessica Bruder. “Ultimamente ho pensato parecchio a come si fa ad andare avanti quando le cose si fanno difficili. Quando ero piccola, in Cina, con mio papà recitavamo a memoria delle poesie classiche cinesi completando i versi l’uno dell’altra. Uno di questi diceva che le persone alla nascita sono tutte buone: questa lezione ha avuto un grande impatto su di me che continua ancora adesso. Ed è per questo che dedico il premio a tutti quelli che hanno il coraggio di tener fede alla bontà che hanno dentro sé stessi e a quella che vedono negli altri”, ha detto Zhao sul palco della Union Station a Los Angeles.

Nessuno però ha festeggiato la sua vittoria in Cina. La cerimonia è stata oscurata dalla tv. È considerata una traditrice. In un’intervista nel 2013 ha  dichiarato di aver vissuto “in un Paese dove le menzogne sono dappertutto”. E tra le altre cose per aver trascorso più della metà dei suoi 39 anni all’estero. Quando è arrivata a Brighton, negli anni ’90, si chiamava Zhao Ting. Ha scelto il suo nome occidentale allora. Il suo compagno è Joshua James Richards, con il quale ha studiato a New York. È il suo direttore della fotografia. Per il Global Times, quotidiano comunista in inglese della Cina, la regista “è rimasta intrappolata nella rivalità sino-americana”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.