Sarebbe fatta per Kalidou Koulibaly al Chelsea: il difensore franco-senegalese sarebbe a un passo dai Blues di Londra. Per il calciatore che ha vestito la maglia della SSC Napoli a partire dalla stagione 2014-2015 sarebbero pronti cinque anni di contratto a dieci milioni di euro. Una cifra che supererebbe di molto l’offerta di sei milioni netti per cinque anni, più un futuro da dirigente, della società azzurra. Si chiude così un’avventura memorabile, una relazione straordinaria tra una tifoseria e un calciatore che ha sempre apprezzato la città con la moglie Charline Oudenot.

La donna è nata anche lei a Saint-Dié-des-Vosges, in Francia, anche lei il 20 giugno del 1991 e anche lei nello stesso ospedale. La coppia ha avuto due figli: Seni, nato nel gennaio del 2016, e Nessa, nata nel 2019. A Napoli la famiglia ha vissuto a Posillipo. I due si sarebbero conosciuti da giovanissimi secondo alcune fonti, in questo caso sarebbero praticamente cresciuti insieme, e nel 2011 secondo altre fonti. Si sono sposati nel 2014. Hanno sempre vissuto la loro relazione con estrema riservatezza e intimità.

Koulibaly a The Player’s Tribune aveva raccontato un aneddoto di quando nacque suo figlio. “Mia moglie era andata in ospedale la mattina e quella sera avremmo giocato contro il Sassuolo in casa. Eravamo in sala video ed il mio telefono continuava a vibrare. Di solito lo spengo ma ero preoccupato per mia moglie. Mi aveva chiamato cinque o sei volte. Il nostro allenatore all’epoca era Maurizio Sarri. È un tipo molto intenso, quindi non volevo rispondere. Alla fine uscii di corsa, risposi al telefono e mia moglie mi disse: ‘Devi venire subito, nostro figlio sta arrivando’. Allora andai da Sarri e gli dissi: ‘Mister, mi scusi ma devo andare. Sta nascendo mio figlio!’.

Sarri mi guardò e mi rispose: ‘No, no, no. Ho bisogno di te stasera, Kouli. Mi servi davvero. Non puoi andare’. Gli dissi: ‘Sta per nascere mio figlio, mister. Faccia quello che vuole. Mi dia una multa, una squalifica, non mi importa. Io vado’. Sarri sembrava così stressato e fumava una sigaretta. Fumava, fumava e rifletteva e poi alla fine disse: ‘Va bene puoi andare in ospedale ma poi devi tornare per la partita stasera. Ho bisogno di te, Kouli!’. Andai di corsa in ospedale. Se non sei diventato padre per la prima volta, non puoi capire questa sensazione. Non puoi perderti la nascita di tuo figlio. Arrivai a mezzogiorno e, grazie a Dio, alle 13:30 era nato un piccolo napoletano. L’abbiamo chiamato Seni. È stato il giorno più bello della mia vita”.

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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.