Il Napoli si è ritrovato a Castelvolturno in vista del primo ritiro stagionale a Dimaro dal 9 luglio prossimo. Presenti i due nuovi acquisti, Olivera e Kvaratskhelia, ma in città si parla solo degli assenti. Dries Mertens, innanzitutto, che dopo il muro contro muro sul rinnovo pare in procinto di accasarsi al Marsiglia. Scelta coerente per un belga innamorato del Mediterraneo e ormai mezzo napoletano, che pare destinato a ripercorrere le orme di Fabio Montale, detective napò della trilogia noir di Jean Claude Izzo, anche se con figlio al seguito: Ciro, anzi Cirò. E poi Koulibaly, incedibile comandante di Luciano Spalletti e capitano designato per la prossima stagione.

Nemmeno il suo rinnovo appare probabile, così come le voci angoscianti di un suo trasferimento all’odiata Juventus; lo scenario più plausibile è invece quello dell’ennesimo capitano a scadenza dell’era De Laurentiis o una cessione all’estero. Comunque vada, un altro colpo al rapporto già precario tra la società e i suoi tifosi, che aspettano ancora l’apertura di una campagna abbonamenti che pare peggio di un miraggio del deserto. E a poco serve, nonostante il clima torrido, l’annuncio della partnership con Coca Cola per i prossimi anni. Considerati i misteri che aleggiano intorno al nuovo Napoli, le notizie di marketing sono “acqua ca nun leva sete”. Ben più allettante, per i tifosi, la prospettiva di una cessione del club ad Al Thani, sceicco di stanza nel golfo sul suo panfilo chilometrico e sempre pronto a commentare le vicende del club. Il Napoli fa gola a diversi investitori, ma Aurelio De Laurentiis, nonostante l’età, fa fatica a immaginarsi lontano dai riflettori del calcio che conta. La notorietà che il Napoli ha saputo garantirgli non rimarrebbe certo la stessa se, come propone il figlio Luigi, la famiglia si accontentasse solo della proprietà del Bari.

Napoli è un brand globale, al centro di un rinnovato interesse internazionale e travolta dalla nuova ondata di turismo post-pandemico. Anche la nuova amministrazione di Gaetano Manfredi sembra rendersene conto, e sta provando in tutti i modi a intercettare le risorse pubbliche disponibili e le sinergie dei privati per rilanciare lo sviluppo dell’area metropolitana. Qualche segnale positivo in prospettivo si nota, come l’avvio della nuova gara per le bonifiche a Bagnoli e i fondi per il Molo San Vincenzo, la Pedamentina e la Galleria Umberto, i concorsi in Asia e il lavoro di riordino delle partecipate. Il problema è far convivere questa rinnovata capacità di programmazione con le quotidiane emergenze, che mordono alle caviglie i napoletani. Lo sciopero dei taxi, con i nuovi treni della metro ancora in fase di eterno collaudo, l’ANM ridotta ai minimi termini e la Circumvesuviana in grande affanno è stata l’ennesimo colpo alla mobilità di una città che l’ex sindaco, in vena di battute, aveva candidato a capitale mondiale dei trasporti.