Volete la pace o lo scudetto? Messa così è una brutta domanda, alla quale però il Teatro San Carlo ha risposto brillantemente, esprimendo la massima solidarietà dei napoletani agli ucraini ma rifiutando una strisciante e pericolosa russofobia. La pace, dunque, e la difesa del dialogo come autentico costruttore di pace. Comunque, anche lo scudetto non sarebbe male e il segnale di Bergamo è stato inequivocabile. Il Napoli si è fatto beffe di assenze e polemiche battendo con autorevolezza l’Atalanta. Il campionato è aperto ed è impossibile fare previsioni, ma la squadra di Luciano Spalletti rimarrà in corsa fino alla fine. Molto diranno le prossime due partite in casa contro Fiorentina e Roma. Victor Osimhen continua a far parlare di sé fuori dal campo, per il rientro posticipato e un risentimento muscolare, fortunatamente privo di conseguenze.

Aurelio De Laurentiis si augura che il centravanti da 100 milioni continui a dominare anche sul rettangolo di gioco per coronare con lo scudetto una stagione da sogno, nella quale sono stati già raggiunti i principali obiettivi: il ritorno in Champions League, l’avvio del taglio ingaggi, e la promozione del Bari in serie B. Il difficile verrà dopo, perché De Laurentiis dovrà riuscire contemporaneamente a mantenere in alto il Napoli dopo l’abbandono della vecchia guardia e il ridimensionamento degli investimenti, e a costruire un Bari competitivo anche nella serie cadetta. Almeno fino al 2024 quando le norme federali metteranno la parola fine alla doppia proprietà, nonostante un ricorso già avviato dai De Laurentiis in sede sportiva che sembra avere poche possibilità di successo. Intanto, mentre Aurelio parla da tempo con fondi stranieri per un ingresso nel Napoli o nella Filmauro (che è quasi la stessa cosa, perché il fatturato del Napoli vale il 90% di quello della sua controllante), il figlio Luigi sogna di rimanere in Puglia. Lo scontro in famiglia sul “che fare” (intuibile da mesi e inevitabile, per motivi generazionali e caratteriali) è diventato palese dopo le dichiarazioni di Luigi durante la festa promozione.

Anche in questo caso è difficile dire come finirà, ma è paradossale che tra i due la visione più innovativa sia quella del vecchio Patron, che accarezza l’idea di catapultare finalmente il Napoli e Maradona, di cui gestirà in esclusiva i diritti di immagine per i prossimi 7 anni, in una dimensione internazionale. Un binomio inscindibile trasformato in un brand globale, grazie ai capitali dei fondi di investimento. Il giovane rampollo, invece, si accontenterebbe di fare cassa con il Napoli e gestire la sua comfort zone pugliese, che ha ambizioni e potenzialità di crescita perfettamente in linea con la dimensione familiare e autarchica dell’attuale Filmauro. Non è invece più un mistero la fine dell’inchiesta ventennale su Bagnoli, passata da disastro ambientale a disastro giudiziario. Una tragica farsa.