Il Napoli arriva a Bergamo con una doppia incognita, perché fino all’ultimo Luciano Spalletti dovrà interrogarsi sulle condizioni dei nazionali al rientro dopo la sosta e dei tanti acciaccati. La partita però vale tantissimo in chiave scudetto, e certamente nessuno vorrà tirarsi indietro. Per il Napoli è una sfida dura, viste le otto sconfitte in sei anni contro l’Atalanta, una delle avversarie più indigeste degli azzurri. Questione di caratteristiche, perché il gioco uomo su uomo di Gasperini, fatto di intensità e fisicità, sembra fatto apposta per intimidire una squadra di palleggiatori leggerini come quella partenopea. Mettiamoci anche qualche rovescio della fortuna, tra errori arbitrali e infermeria piena in più di un’occasione, e si capisce meglio perché c’è tanta ansia per la partita di domani. Mancherà Osimhen, decisivo nelle ultime giornate, ma Mertens ha già dimostrato di saper essere decisivo a Bergamo, nell’anno dello scudetto scippato.

Il Napoli spera che almeno stavolta gli arbitri non diventino un fattore nelle ultime giornate, ma certo l’aria in federazione non è di quelle rassicuranti. La Procura federale, che ha archiviato senza colpo ferire il pasticciaccio Suarez e seppellito sotto una valanga di carte le tante inchieste sulle plusvalenze è stata invece inflessibile nel deferire il Napoli e Aurelio De Laurentiis, per aver schierato alcuni giocatori positivi durante Juve Napoli dello scorso gennaio. Il Napoli e il suo Presidente rischiano al massimo una multa, anche se il club si dice certo del proprio operato, concordato con le Asl di Napoli e Torino. Ma la vicenda lascia comunque pensare male, visto che la stessa sorte era già toccata a Lotito, autore proprio con De Laurentiis della battaglia contro il Presidente Gravina in Federazione e in Lega. E a pensare male si fa peccato, come si sa, ma spesso ci si azzecca. Per De Laurentiis i segnali di astio da parte della FIGC non sono una novità, comunque; Gravina gli ha ricordato poche settimane fa a brutto muso il divieto di doppia proprietà e la necessita di vendere il Napoli o il Bari entro il 2024. E la scelta, vista anche l’ormai certa promozione dei galletti in serie B, si fa sempre più impellente.

Anche per il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, la posta in gioco è altissima, e con la tanto agognata firma del Patto per Napoli gli alibi sono definitivamente finiti. Il Premier Mario Draghi è stato a Napoli per dare una mano all’ex Rettore, senza sottrarsi al corredo minimo di oleografia necessaria che caratterizza qualunque evento istituzionali in città, dal caffè alla pizza, alla contestazione dei disoccupati più o meno organizzati. Ma l’aiuto non è certo stato dato gratis. Il Patto è un salasso per i napoletani, che vedranno aumentare l’addizionale Irpef di due punti nei prossimi tre anni. Speriamo che almeno riescano ad ottenere un’amministrazione più efficiente e servizi più decenti.