Vi siete svegliati in una città pulita, profumata, dove tutto magicamente funziona? No, non state sognando a occhi aperti. Siete svegli. Per un giorno vivrete in una città normale. Perché? Perché oggi il premier Mario Draghi arriverà a Napoli per la firma del Patto con il sindaco Gaetano Manfredi. L’evento che salverà Palazzo San Giacomo dal dissesto e porterà nelle casse del comune un miliardo e 300 milioni in 20 anni si svolgerà al Maschio Angioino e poi il presidente del Consiglio si recherà alla Basilica Santa Maria della Sanità per incontrare i profughi ucraini accolti in queste settimane dai volontari della Fondazione di Comunità San Gennaro e avrà un colloquio con il parroco Antonio Loffredo. Passeggerà in una Napoli tirata a lucido. Le strade principali sono state spazzate e lavate, la spazzatura raccolta con una precisione maniacale (tanto non siamo in periferia…) e l’ingresso del Comune adornato con delle aiuole fiorite nuove di zecca.

Va bene l’ospitalità e l’accoglienza, ma non era questo lo scopo. Non dovevamo far vedere quanto è bella e pulita la nostra città, anzi, sarebbe stato bene far vedere al premier, visto che giustamente abbiamo chiesto soldi e soldi per renderla normale, com’è di solito. Come vivono i napoletani tutti i giorni. A che serve nascondere la polvere sotto al tappeto, vestirci bene, fare una pulita in fretta e furia? A chi serve questa cartolina (falsa) della città? Non sarebbe stato, invece, meglio portare per mano il presidente del Consiglio e fargli vivere la città che viviamo noi tutti i giorni? Eh sì, palazzo San Giacomo di solito non ha le fioriere, per chi arriva in Comune niente aria di primavera. Perché c’è bisogno di una rigenerazione urbana. Sì, le strade sono sporche, ci sono le buche perché serve un nuovo piano dei trasporti e una manutenzione ordinaria delle strade.

E i sacchetti di monnezza solitamente sono spesso raccolti dopo qualche giorno (chiedete ai cittadini che abitano in periferia) perché finora la raccolta dei rifiuti è stata gestita da una società che ha portato risultati fallimentari. Parliamo di questa polvere che opprime la città invece di nasconderla sotto il tappeto. E se il Comune si è impegnato a far sparire lo sporco e a rassettare Napoli, a rendere più gradevole palazzo San Giacomo ci ha pensato il Premio GreenCare che ha fatto sapere di aver donato ben 84 piante di lantana sellowiana a fiore bianco e di raphiolepis umbellata per abbellire le fioriere all’ingresso della casa dei napoletani.
Le fioriere sono state decorate anche con corteccia di pino naturale per un effetto finale di cura e protezione delle radici. Anche tanto verde, quindi, ad accogliere il numero uno di Palazzo Chigi che arriverà in una città pulita e ordinata, ma dove non sono mancate le proteste. Uno striscione di contestazione firmato le “Vele di Scampia” è apparso in Piazza Municipio in vista dell’arrivo di Draghi. “C’è un solo patto da firmare, casa, lavoro e diritto a campare” hanno scritto i firmatari dello striscione. Non tutti hanno gradito questa “lavata di faccia” alla città, giusto per accogliere il Premier.

La domanda è: perché non farlo sempre? Perché i napoletani devono vivere solo per un giorno in una città “normale” perché quando parliamo di strade pulite e arredo urbano parliamo di normalità? Perché non farlo sempre? Parliamo dei problemi della città e poi facciamo qualcosa di concreto, così la prossima volta che verranno a trovarci saremo già pronti. E invece no, ci arrangiamo quel tanto che basta per non fare una brutta figura con il premier e poi tutto come prima. L’arte di arrangiarsi è sacrosanta ma non può diventare la regola, il nostro modus vivendi. Speriamo che questo patto sancisca davvero il cambiamento della città e della mentalità di chi la abita e di chi la governa. Perché Napoli ha bisogno di programmazione, di idee, ma soprattutto di normalità

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.