Toto Cutugno è morto a 80 anni dopo una lunga malattia. Il celebre cantautore e compositore italiano era sposato dal 1971 con Carla, una donna molto riservata che non ha mai ceduto alle luci della ribalta. La coppia non ha mai avuto figli. Un rapporto duraturo il loro, andato avanti per oltre 50 anni, che attraversò dei periodi complicati, a partire dalla nascita del figlio Nico, avuto da una relazione extraconiugale. A raccontarli fu lo stesso artista in una intervista rilasciata al Corriere della Sera nel 2018.

“Nico? Io gli ho raccontato che ero e sono sposato con Carla e che volevo un figlio. E che questo figlio, Nico, l’avevo avuto da Cristina. Carla poteva cacciarmi di casa e invece non lo ha fatto. Al contrario, la prima cosa che mi disse fu di riconoscere mio figlio e dargli il mio cognome. Nico Cutugno oggi ha 28 anni, è laureato in Economia ed è uno di quei tanti bravi ragazzi italiani sui quali il nostro Paese dovrebbe puntare”, aveva ricordato il cantautore.

Successivamente ha poi raccontato il rapporto con il figlio Nico, che oggi ha 33 anni: “Merito 10 in lealtà. A mio figlio Nico ho sempre insegnato a vivere così, senza mancare di rispetto a nessuno. Cosa mi ha insegnato lui? A essere sincero. Se mento Nico si arrabbia. Ma a me piacciono molto le bugie”.

Nato a Fosdinovo in provincia di Massa Carrara, Cutugno è cresciuto a La Spezia dove i genitori Domenico (sottufficiale di Marina originario di Messina) e Olga (casalinga) si erano trasferiti per ragioni lavorative pochi mesi dopo la sua nascita. Sempre al Corriere della Sera raccontò la scomparsa prematura della sorella più grande, Anna: “Ho visto morire mia sorella Anna, la più grande, sotto i miei occhi, soffocata. Stava mangiando gli gnocchi e uno le andò di traverso. Aveva 7 anni, io 5”. Altri due fratelli dell’artista sono Roberto e Rosanna. Di loro ha raccontato: “Mio fratello Roberto, a cui voglio un bene dell’anima, si ammalò di meningite e da allora, come aveva previsto il medico, ha avuto una vita agitata. E poi l’altra mia sorella, Rosanna, che è stata la prima bambina a essere operata al cuore in Italia, a Torino. Papà si indebitò per quell’intervento che finì di pagare a rate nel 1978, due anni prima di morire”.

Anche Celentano ricorda il suo rifiuto e l’insistenza di Cutugno: “Ricordo che eravamo in macchina… una cinquecento credo, e tu insistevi perché io incidessi “L’italiano”. Una superbomba appena ultimata la notte prima che ci vedessimo” scrive sui social l’artista. “Non ho dormito tutta la notte” -mi dicesti- “pensando al successo che faremo, tu come interprete, e io come autore”, il brano era davvero forte! Ma ciò che più di tutto mi frenava era proprio la frase più importante: “IO SONO UN ITALIANO VERO”.
Una frase oltretutto insostituibile, in quanto è proprio su questa che si regge l’intera impalcatura di quella grande opera. E io sentirmi pronunciare: “SONO UN ITALIANO VERO” mi sembrava di volermi innalzare. Lui non credeva alle sue orecchie: “ma non capisci che è proprio questo il punto, io l’ho scritta pensando a te, perché tu sei davvero un italiano vero“. Si lo so”- gli dissi io- “però non mi va di dirlo io…”. Non sempre ma a volte la troppo scrupolosità si può trasformare in una cazzata mondiale. Però nonostante tu l’abbia cantata come l’avrei cantata io, oggi, se la dovessi ricantare la canterei esattamente come l’hai cantata tu! Eri e rimarrai, un grande indimenticabile! Ti voglio bene. Adriano”.

 

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Redazione

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