È stato arrestato stamattina il rapper spagnolo Pablo Hasél, condannato a nove mesi di carcere per aver scritto canzoni offensive nei confronti della corona spagnola e secondo l’accusa a favore del terrorismo. L’artista, al secolo Pablo Rivadulla i Durò, si era barricato ieri nell’Università di Lleida, nella comunidad della Catalogna, per evitare di essere arrestato.
Hasél ha 33 anni. Il tribunale ha considerato alcune sue canzoni un insulto alla Corona oltre che apologia di terrorismo. Avrebbe dovuto costituirsi venerdì scorso. Ha passato la notte nel rettorato dell’università con altri studenti. È stato quindi arrestato martedì mattina, intorno alle 6:30, dopo un blitz delle teste di cuoio, i Mossos d’Esquadra. Decine di agenti, una ventina di furgoni. All’esterno dell’università una cinquantina di sostenitori del rapper che gridavano: “Libertà per Pablo Hasél!”, mentre questo veniva tratto in arresto dalla polizia. “Morte allo stato fascista!”, ha gridato Hasél passando davanti agli studenti e ai giornalisti.
È stato trasportato al carcere Ponent di Lleida. Nessun incidente violento e nessun ferito. Alcuni momenti di tensione all’inizio dell’operazione degli agenti quando gli studenti hanno lanciato oggetti e svuotato estintori per complicare l’ingresso dei Mossos. I sostenitori di Hesél avevano costruito barricate con sedie e tavoli incatenati. Già nel 2014 l’artista era stato condannato a due anni di carcere per incitamento al terrorismo. Altre due denunce tra il 2017 e il 2018, per resistenza a pubblico ufficiale e violazione di domicilio.
“Con la sua storia delittuosa risulterebbe assolutamente discriminatorio nei confronti di altri accusati, e anche una grave eccezione individuale nell’applicazione della legge, totalmente carente di giustificazione, sospendere l’esecuzione della pena”, ha argomentato il tribunale che ieri ha rifiutato la sospensione della pena.
A sostegno del rapper 33enne anche stelle del cinema e dello spettacolo come il regista Pedro Almodovar, l’attore Javier Bardem, il cantante catalano Joan Manuel Serrat. Questi hanno firmato una petizione contro l’arresto di Hasél. Anche Amnesty International ha criticato la pena inflitta dal tribunale. Contrari all’arresto il vicepresidente in funzione della Generalitat Pere Aragonés e il partito di sinistra Podemos: aspetto che mette in difficoltà la maggioranza di Madrid. Il governo guidato dal socialista Pedro Sanchéz non sembra intenzionato a concedere la grazia come richiesto dall’alleato Pablo Iglesias di Podemos.
Tuits por los que van a encarcelarme en unos minutos u horas. Literalmente por explicar la realidad. Mañana puedes ser tú. pic.twitter.com/chlGr77JO9
— Pablo Hasel (@PabloHasel) February 16, 2021
Hasél viene accusato per una canzone dove chiama, in un gioco di parole, il Re emerito Juan Carlos di Borbone, Bobòn, invece che Borbon, che significa “sciocco”. La condanna: nove mesi di prigione e 30mila euro di multa. “La base della sentenza – scrive La Vanguardia – è l’esaltazione del terrorismo di ETA, Grapo, Terra Lliure e persino di Al Qaeda in rete e nei testi. Hasél è stato condannato nel 2014 a due anni di carcere, punizione sospesa dalla Corte. Nel 2018 è stato nuovamente processato per lo stesso crimine e un altro di insulti alla monarchia e alle forze di sicurezza”. Sui social anche accuse alla polizia che tortura e uccide manifestanti e migranti da parte del rapper.
Il caso Hasél ha un precedente in quello del rapper Valtònyc, condannato a tre anni e mezzo di carcere nel 2018. Quest’ultimo fuggì in Belgio, dove un tribunale non ha deciso per l’estradizione.
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