Il ricordo
Chi era Ezio Bosso: il direttore d’orchestra a cui è dedicata l’apertura di Sanremo 2025. La diagnosi di SLA e la morte nel 2020

La sua voce si unisce alla melodia della sua musica “Following a Bird”. Così Carlo Conti ha scelto di dedicare l’apertura di Sanremo 2025 ad Ezio Bosso, direttore d’orchestra, compositore e pianista. Morto a 48 anni a causa di una gravissima malattia neurodegenerativa.
Chi era Ezio Bosso, il ricordo a Sanremo 2025
Ezio Bosso era nato a Torino il 13 settembre 1971, cresciuto nel quartiere popolare di Borgo San Donato. Si era avvicinato alla musica a soli quattro anni grazie a una prozia pianista e al fratello musicista. Dopo gli studi al conservatorio, aveva debuttato a 16 anni in Francia, iniziando a collaborare con orchestre europee. L’incontro con Ludwig Streicher ha segnato la sua svolta artistica, spingendolo a studiare composizione e direzione d’orchestra all’Accademia di Vienna. Bosso è stato nominato ai David di Donatello nel 2004 e nel 2015 per le colonne sonore di Io non ho paura e Il ragazzo invisibile, realizzate per Gabriele Salvatores e le sue composizioni sono state eseguite da istituzioni prestigiose come la Royal Opera House e il New York City Ballet. Nel 2015 ha aveva pubblicato il suo primo album da solista, The 12th Room, mentre l’anno successivo aveva affascinato il pubblico del Festival di Sanremo con la sua esibizione al pianoforte di Following a Bird.
Ezio Bosso e la diagnosi della malattia
La notizia che gli ha stravolto la vita è arrivata nel 2011: al pianista viene diagnosticata una malattia neurodegenerativa, ma la passione e la voglia di vivere continuano a portarlo in giro per il mondo. Nello stesso anno fu operato per l’asportazione di una neoplasia cerebrale. E fu colpito da una sindrome autoimmune neuropatica.La diagnosi, inizialmente sbagliata, fu di Sclerosi Laterale Amiotrofica nota come SLA.
Le caratteristiche della SLA
La SLA è una malattia drammatica perché, mentre paralizza progressivamente i muscoli, lascia intatte le capacità cognitive e la volontà di comunicare. La mente resta lucida, ma intrappolata in un corpo sempre più immobile.
La morte
Le sue condizioni peggiorarono fino a quando nel 2019 fu costretto a cessare l’attività di pianista essendo ormai compromesso l’uso delle mani. Morì a Bologna, dove viveva, il 14 maggio 2020.
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