Un nuovo blitz dei carabinieri del Ross ha portato all’arresto di tre presunti fiancheggiatori di Matteo Messina Denaro: si tratta di Leonardo Gulotta dell’architetto Massimo Gentile e del tecnico radiologo Cosimo Leone. Gli ultimi due sospettati di associazione mafiosa, il primo di concorso esterno. Solo una parte della fitta rete di amicizie e fiancheggiatori che hanno messo a sua disposizione “documenti, auto e moto, esami clinici e contatti nel mondo sanitario“, e cha ha fatto scattare le manette per 14 persone.

L’architetto Massimo Gentile

Il primo profilo è quello di Massimo Gentile, originario di Campobello di Mazara, dove Messina Denaro ha trascorso gli ultimi anni di latitanza.
Gentile vive in provincia di Monza e lavora per il Comune. Avrebbe prestato la sua identità a Messina Denaro per consentirgli di acquistare una Fiat 500 e una moto Bmw, ma anche di compiere operazioni bancarie. Massimo è imparentato con Salvatore  Gentile, condannato all’ergastolo e marito di Laura Bonafede: l’amante del boss defunto.

Il radiologo Cosimo Leone

Il secondo profilo è quello di Cosimo Leone, radiologo e cognato di Gentile. Complice del consentirgli di svolgere una Tac al torace e all’addome in totale anonimato, ma anche nel consegnargli un cellulare durante il ricovero all’ospedale di Mazara del Vallo, quando fu operato per un tumore al colon.

Leonardo Gulotta e l’acquisto dell’auto

Il terzo è invece Leonardo Gulotta, operaio, che ha consentito a Matteo Messina Denaro di ricevere una serie di comunicazioni dal rivenditore della Fiat 500 che aveva comprato sotto falso nome. Per l’acquisito il capomafia ha versato 1.000 euro in contanti e 9.000 attraverso un assegno circolare emesso dalla filiale di Palermo dell’Unicredit di Corso Calatafimi. Allo sportello, per ottenere l’assegno, ha esibito il falso documento di Gentile, versato euro 9.000 cash e dichiarato che il denaro era frutto della propria attività di commerciante di vestiti.

Redazione

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