Da quando Elly Schlein è in sella al Pd, con la sua virata movimentista, l’inseguimento dei grillini e il ritorno della ‘Ditta’, sta mettendo in fuga i riformisti di ogni provenienza. A sottolineare che le fuoriuscite che si stanno registrando non sono da sottovalutare, sono gli stessi esponenti dem. Persino il sindaco di Milano, Beppe Sala, indipendente ma uomo forte per il centrosinistra, non nasconde che l’uscita di Cottarelli “non è un bel segnale, perché si sente di appartenere a una linea liberale e progressista che evidentemente non vede rappresentata”.

Ma anche Lorenzo Guerini, rappresentativo di un’area importante del Pd, dice che le parole di Cottarelli rappresentano un disagio politico: “sarebbe sbagliato sottovalutarle e mostrare indifferenza”. In tanti si stanno accorgendo che nel Pd non c’è più spazio per riformisti, cattolici e liberali. L’ala radicale, l’ambientalismo integralista e una certa vecchia sinistra hanno avuto la meglio a discapito della vocazione maggioritaria con cui era nato il Pd.

Enrico Borghi inizia a fare politica nella Dc, e dà vita poi al Partito Popolare alla Margherita, è tra i soci fondatori del Pd di cui ha contribuito a scrivere il Manifesto dei Valori. È stato Sindaco di Vogogna, in Valle d’Aosta, alternativamente per quattro mandati. È autore del saggio “La sfida dei territori nella green economy” con prefazione di Enrico Letta. Deputato del Pd dal 2013. Il 26 aprile ha lasciato il Pd perché “con Schlein è diventato la casa di una sinistra massimalista figlia della cancel culture americana che non fa sintesi e non dialoga. Non si punta alla sintesi tra culture politiche, non si punta all’integrazione tra opinioni -ha dichiarato Borghi -. Si ritiene che la linea politica che è risultata, sia pure di poco, vincente negli elettori, peraltro sconfitta fra gli iscritti, debba essere l’unica modalità con la quale impostare una trasformazione di un Pd che, non essendo più quello del 2007, lascia aperto un campo significativo per chi si crede riformista”.
Secondo Borghi “La nuova linea dei dem aiuterebbe la premier Meloni a spostarsi al centro, una sinistra così radicale, così identitaria, così spostata su parole d’ordine che non parlano all’intera società ma solo a pezzi di questa società, consegna automaticamente all’altra parte del campo, in assenza di una presenza politica alternativa, tutta una serie di argomenti che vengono attesi dalla società”.
Borghi è passato a Italia Viva “perché crede in un nuovo progetto riformista alternativo alla destra e distinto da questo Pd”.

Beppe Fioroni, medico e ricercatore di Medicina interna, è stato sindaco di Viterbo, deputato e ministro dell’Istruzione del governo Prodi. Viene dalla Dc morotea ed è stato uomo forte della Margherita prima del Pd. Il 23 febbraio ha annunciato di lasciare il Pd: “Ho lasciato il Pd sabato scorso e non dopo l’esito delle primarie: ho preso atto di essere un ospite sgradito. Ho sempre detto che me ne sarei andato quando mi avrebbero cacciato, ed in effetti le dichiarazioni di Elly Schlein giovedì scorso, quando ha accusato Bonaccini di aver fatto “persino” una manifestazione con me, ha reso evidente uno stato di progressiva emarginazione e di isolamento dei popolari e dell’area cattolico-democratica all’interno del Pd”.
“Ospite sgradito e pagante nel Pd ormai lo sono da anni – ha detto Fioroni – ma sono rimasto sempre fedele per il dovere di chi l’ha fondato. Non ho mai chiesto posti al sole negli ultimi anni e non voglio essere un ostacolo a quello che vuole fare la nuova segretaria del Pd. Avevamo fondato un partito di centrosinistra, che era una vera novità. Ora hanno fatto un partito di sinistra-sinistra, che è una scelta legittima”.“Nel 2015 Elly Schlein lasciò il Pd perché, diceva, non esisteva più. È rientrata due giorni fa e si vede: lo dimostra il fatto che ha annunciato di voler riaprire i tesseramenti. Ma il tesseramento è aperto fino a dicembre 2023. Chi vorrà potrà iscriversi. Io ho sempre dato il mio contributo come stimolo al partito. Ma con Schlein c’è un cambio di genetica. Siamo andati oltre e lo rispetto. Ho pochi pregi ma uno è la coerenza”.

Andrea Marcucci è un imprenditore farmaceutico, inizia l’attività politica da amministratore nella provincia di Lucca con il Partito Liberale Italiano. Alle elezioni del 1992 con il Pli viene eletto deputato all’età di 27 anni. Con la Margherita diventa sottosegretario di Stato al Ministero dei beni e delle attività culturali nel secondo governo Prodi.
Nel 2008 viene eletto senatore nel Pd, dieci anni dopo diventa capogruppo al Senato. Rappresenta i riformisti che si ritrovano nelle posizioni della componente di Base Riformista. Il 22 aprile è passato ai liberal-democratici europei: “Non rinnovo la tessera del Pd per il 2023”, ha reso noto. “Il partito di Elly Schlein, che comunque incontrerò, è troppo lontano dalle mie idee. Lavorerò, con inguaribile ottimismo, per raggiungere la federazione del Terzo polo: una federazione. Italia Viva, Più Europa, Fioroni, Lde, se vorrà certamente Azione, possono costruire quella presenza liberale che in Italia nessuno rappresenta”.
L’insofferenza si era palesata con la scelta radicali sui capigruppo Boccia e Braga: “La segretaria del Pd Elly Schlein, attraverso la scelta dei capigruppo, ha mandato un messaggio inequivocabile. Per i riformisti e ancor più per i liberaldemocratici nel Pd non c’è spazio, sono ai margini e forse danno anche fastidio”.
In una recente intervista al Riformista online è stato ancora più tranchant: “Con Schlein al Nazareno si archivia per sempre la gloriosa storia del partito che era nato per unire i migliori riformismi”.

Caterina Chinnici è nata a Palermo, figlia di Rocco Chinnici, magistrato assassinato dalla mafia il 29 luglio 1983. Anche lei magistrato, dal 2012 capo del Dipartimento per la giustizia minorile.
Nel 2014 viene eletta al Parlamento europeo con 133.765 preferenze, seconda assoluta nella circoscrizione insulare dietro Renato Soru. Nel corso della legislatura ha lavorato al regolamento che ha istituito la Procura europea.
Nel 2022 vince le primarie del centrosinistra per il Presidente della Regione Siciliana, con il grande sostegno del vicesegretario del Pd Peppe Provenzano. Perdendo contro Schifani, mantiene il seggio al Parlamento Europeo.
Il 27 aprile 2023 ha annunciato di abbandonare il Partito Democratico per passare a Forza Italia a causa di visioni differenti tra lei e la segretaria Elly Schlein: “Non sono in sintonia con il nuovo corso, sono cattolica e ho dei valori non negoziabili. Io sono stata sempre una moderata, per la mia storia di magistrato lavoro su temi come i diritti dei minori, sul contrasto al terrorismo, alla criminalità organizzata, e su tutti i profili connessi con le agenzie europee di giustizia e affari interni. In questo ultimo periodo ma in generale nel corso di questa legislatura, che ha visto cambiare profondamente il Parlamento, mi sono sentita sempre più a disagio. Mi sono spesso trovata a condividere il mio lavoro e il mio impegno con i colleghi del Ppe, con cui ho anche ottimi rapporti personali, più che non con quelli del mio gruppo”.