Dopo Marcucci, Fioroni, Chinnici, Borghi arriva il turno di Carlo Cottarelli, economista 69enne, originario di Cremona, che – in aperto dissenso con la dirigenza Schlein – ha annunciato ieri, ai microfoni di Fabio Fazio, durante il consueto appuntamento con “Che Tempo che fa”, la propria intenzione di dimittersi dal seggio senatoriale.

Cottarelli non ha fatto mistero delle motivazioni che lo hanno spinto a lasciare i dem ed il parlamento stesso: un “disagio”, ha detto, dovuto alla non condivisione della linea Schlein su temi dirimenti: il merito in prima istanza, ma anche il giudizio sul Jobs Act, la posizione sul termovalorizzatore di Roma e sulla gestazione per altri (il cosiddetto “utero in affitto”).

Non si sono fatte attendere le reazioni. Matteo Renzi, nella sua Enews, commentando l’esodo delle voci liberali e riformiste dal Pd, scrive: “Per chi segue le nostre Enews da tempo queste scelte non sono una sorpresa. Io dico che è solo l’inizio. Diamo tempo al tempo e il quadro politico di questo Paese cambierà profondamente”.

Il Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, twitta un laconico: “Avanti un altro”, condividendo la lettera inviata da Cottarelli al quotidiano la Repubblica.

“Cottarelli è una persona di grandissimo valore che avrebbe dato lustro al nostro gruppo, da quel che ho capito si è allontanato dal Pd per la guida massimalista di Schlein. In forme diverse, con percorsi diversi, sono certa che il nostro agire politico si rincontrerà”, ha detto a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora, la senatrice di Italia Viva Raffaella Paita, intervistata da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro.

“Fuga dal Pd della Schlein. Cottarelli se ne va dopo la Chinnici (110 mila preferenze) ed Enrico Borghi. 3 abbandoni in una settimana. E se scappano gli eletti, cosa fanno gli elettori? L’ultimo spenga la luce!”, twitta il giornalista Giorgio La Porta. Gli fa eco il collega Mario Lavia: “Il PD perde Cottarelli, quello che in politica economica ci capiva di più”, che aggiunge: “Non è una tragedia ma perdere in un mese Enrico Borghi e Carlo Cottarelli è un segnale su cui Elly Schlein dovrebbe riflettere”. Netto, ancora su Twitter, Antonio Polito, storico fondatore de “il Riformista”: “La scelta di Cottarelli è molto semplice: se li conosci li eviti”.

Patrizia Prestipino, già deputata Pd, scrive: “Apprezzo la coerenza di Cottarelli che, non condividendo le posizioni della Schlein, non cambia partito ma si dimette da senatore del Pd. A quando, invece, le dimissioni di chi nel pd compose le liste con tanta perizia?”.

Una domanda lecita, se ricordiamo che Carlo Cottarelli, all’atto della sua candidatura, venne indicato come “punta di diamante” da Enrico Letta. Oggi, quel diamante, va altrove.