Carlo Cottarelli si dimetterà da senatore. Lo ha annunciato lo stesso economista 69 enne, originario di Cremona, eletto con il Pd, durante “Che tempo che fa”, il talk show di Fabio Fazio, andato in onda su Rai3, sottolineando le molte differenze con l’attuale linea del Pd a guida Schlein, dalle posizioni sul Jobs Act, a quelle sul termovalorizzatore di Roma e sulla gestazione per altri. Di Cottarelli, domattina, sarà pubblicata, dal quotidiano “la Repubblica”, una lettera al Direttore in cui motiva la sua decisione e dichiara apertamente tutto il suo disagio verso il Pd di Schlein”.

Alla base della motivazione di lasciare il seggio senatoriale, da parte di Carlo Cottarelli, dunque, ci sarebbe il dissenso con la linea Schlein. Dopo l’uscita del senatore Enrico Borghi, passato dal Pd a Italia Viva, i Dem perdono così un altro esponente, Infatti, Cottarelli – che durante le primarie dem ha sostenuto la corsa di Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia-Romagna – non nasconde i motivi di dissenso con l’attuale dirigenza rappresentata da Elly Schlein e dalla sua segreteria, così come avrebbero rivelato alcune fonti a “il Sole 24 Ore” e così come spiega lui stesso nella lettera a “la Repubblica”m della quale sono disponibili alcune anticipazioni.

Non ho ripensamenti. Credo che questa sia la soluzione migliore per tutti. Forse posso svolgere un ruolo più utile al Paese tornando a ricoprire un ruolo di “grillo parlante””, ha detto Cottarelli, dialogando con Fazio. “Ci sono delle differenze allo stato attuale con il Partito democratico: nella mozione Schlein si critica il ruolo del merito”, ha aggiunto.

Insomma, da Jobs Act a termovalorizzatori e utero in affitto, sono molte le posizioni del Pd di Schlein che Cottarelli non condivide. “A livello più specifico, di recente ci sono stati diversi casi in cui non ho condiviso le posizioni prese dal Pd, per esempio su aspetti del Jobs Act, sull’aumento delle accise sui carburanti, sul freno al Superbonus e sul compenso aggiuntivo per insegnanti che vivono in aree dove il costo della vita è alto, come suggerito da Valditara. Ho posizioni diverse da Elly Schlein anche sui termovalorizzatori, sull’utero in affitto e in parte anche sul nucleare“, argomenta Cottarelli.

Nella lettera in uscita domani, Cottarelli scrive che “rispetto alla mia attuale posizione al Senato, due cose hanno reso più facile accettare la proposta fattami dall’Università Cattolica. Primo, in questo momento storico mi sembra che nella vita parlamentare ci sia molta, troppa animosità. Spesso le posizioni sono espresse ‘per partito preso’ e i dibattiti sono solo un’occasione per attaccare l’avversario. Forse allora, nel mio piccolo, posso essere più utile al Paese tornando a commentare le politiche economiche dall’esterno, dicendo quello che penso senza il rischio di autocensurarmi”.

“È innegabile  – prosegue la lettera – (basta vedere la composizione della nuova Segreteria) che l’elezione di Elly SCHLEIN abbia spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo“.

Mi trovo ora a disagio su diversi temi. Una questione chiave è il ruolo che il “merito” debba avere nella società. Il principio del merito era molto presente nel documento dei valori del Pd del 2008, l’ultimo disponibile quando decisi di candidarmi”, scrive Cottarelli.

“Qualcuno dice  – ha sottolineato – che, date queste differenze, dovrei cambiare gruppo parlamentare. Non sarebbe giusto, anche perché sono stato eletto col proporzionale e quindi senza una scelta diretta sul mio nome da parte degli elettori. Il primo dei non eletti mi sostituirà senza perdite di seggi per il Pd. Mi sembra la scelta più corretta”.

“È giusto che quel seggio torni al Pd. Fra l’altro la prima non eletta è una persona molto brava, Cristina Tajani, che insegna al Politecnico di Milano, ed è anche abbastanza vicina all’area di Elly Schlien. Poi è una donna, si migliora anche la parità di genere”, ha spiegato Cottarelli, indicando chi è destinato a succedergli in Senato, dopo che avrà rassegnato le dimissioni.

Cottarelli, nell’intervista rilasciata lunedì 8 maggio al Corriere della Sera, ha, inoltre, aggiunto che la spinta a lasciare il Pd è arrivata con “lo spostamento del Pd in un’area lontana dai miei valori liberaldemocratici“. Un elemento che, per Cottarelli, “ha facilitato la decisione”.

Il tema dirimente, che avrebbe spinto Cottarelli a lasciare il Pd, si legge nell’intervista, sarebbe “Il ruolo del merito nella società e il peso che debba avere l’uguaglianza delle opportunità rispetto all’uguaglianza redistributiva. Entrambi sono importanti ma è il peso relativo che conta. Quando ho deciso di partecipare alla campagna elettorale del Pd sono andato a leggere il documento dei valori, l’ultimo che c’era, quello del 2008: merito e opportunità erano scritti con chiarezza. Nel documento del 2023 il merito era sparito, anche un po’ criticato. Ma non solo da lì“. Difatti, spiega Cottarelli, nella mozione Schlein non v’è traccia della parola merito.

A margine di queste motivazioni, Cottarelli, come ha spiegato anche al Corsera, ha aggiunto la presenza di prossimi impegni accademici. Cottarelli ha spiegato anche che l’Università cattolica gli ha “chiesto di dirigere un programma per l’educazioni delle scienze sociali ed economiche rivolto agli studenti delle scuole superiori. “L’impegno accademico, ha detto Cottarelli, “purtroppo non è compatibile con il Senato, e ho deciso di rinunciare alla posizione di senatore: mi dimetterò nella prossima settimana”. “Io andrei a farlo gratuitamente, si fa per spirito di servizio. Consiste in avere 15-20 personaggi senior che hanno avuto una carriera brillante, li chiamo senatori della cultura, che andrebbero a visitare scuole in tutta Italia, a parlare di economia, diritto, costituzione, e di come si comunicano queste cose”, ha spiegato Cottarelli.