E’ Bologna la provincia con la migliore qualità della vita nel 2020, che condivide il podio con Bolzano e Trento. Mentre chiude la classifica Crotone, preceduta da Caltanissetta, ultima lo scorso anno. A stabilirlo è la 31esima indagine presentata dal Sole 24 Ore sul benessere nei territori. L’indagine parte da questo interrogativo: tra contagi, decessi, crisi economiche, lockdown e quarantene come si misura la qualità della vita? L’obiettivo dell’indagine in questa edizione 2020, che analizza 90 indicatori di cui circa 60 aggiornati in base agli ultimi dati disponibili, è raccontare l’impatto della pandemia da coronavirus sui diversi territori.

L’impostazione della ricerca conferma le sei aree tematiche di analisi che fotografano la complessità della vita nelle province italiane: ricchezza e i consumi, demografia e salute, affari e lavoro, ambiente e servizi, giustizia e sicurezza e cultura e tempo libero. All’interno di queste aree è stata inserita una scelta di campo importante, composta da 25 indicatori che documentano le principali conseguenze del Covid-19 su salute, attività economiche e vita sociale. Tra i nuovi parametri troviamo i casi Covid in rapporto alla popolazione, l’unico indice il cui punteggio è stato pesato maggiormente nella determinazione della classifica finale proprio per testimoniare l’eccezionalità di questi mesi sulla vita quotidiana di tutti gli italiani.

LA CLASSIFICA – La classifica generale premia Bologna, al primo posto, che guadagna ben 13 posizioni e trascina con sé tutte le province dell’Emilia Romagna. Infatti, tra le prime venti ne ritroviamo cinque su Ben cinque su nove: oltre al capoluogo, all’ottavo posto si posiziona Parma, Forlì Cesena al quattordicesimo, Modena subito dopo al quindicesimo e dopo due posizioni al diciassettesimo posto troviamo Reggio Emilia. Nello specifico. Bologna è prima in livello di ricchezza e consumi, seconda in ambiente e servizi, terza in cultura e tempo libero e quarta in affari e lavoro. Di contro, non brilla per sicurezza e gestione della giustizia posizionandosi al 106esimo posto: è nella parte bassa della graduatoria nazionale per denunce di furti, estorsioni, frodi, violenze sessuali, comune denominatore di molte città universitarie con un’alta presenza di fuorisede.

Uscendo dall’Emilia Romagna, sul podio rispettivamente al secondo e terzo posto ci sono Bolzano e Trento, habitué della top five per la qualità della vita, posizionandosi sul tetto della classifica anche nell’anno della pandemia, anche se in questo inverno la loro economia della montagna è messa a dura prova. A parte queste due province, dall’indagine risulta come soprattutto il Nord Italia esca penalizzato dagli effetti su larga scala del virus. Qui, infatti, si registra la diffusione più elevata del coronavirus in rapporto alla popolazione residente. Le province lombarde hanno segno negativo, in peggioramento rispetto allo scorso anno, ad eccezione di Sondrio e Mantova. Milano, vincitrice sia nel 2018 sia nel 2019, perde ben undici posizioni. Nella top ten troviamo al quarto posto Verona, al sesto Udine che guadagna 10 posizioni ottenendo la sua migliore performance in giustizia e sicurezza e Cagliari al nono posto, regina della categoria demografia e salute.

La crisi pandemica penalizza le aree metropolitane più turistiche come Roma che scala di 14 posizioni classificandosi 32esima, seguita da Venezia in calo di 24 posizioni al 33esimo posto, Firenze che si classifica 27esima perdendo 12 posizioni e Napoli che arriva solo 92esima scalando 11 posizioni. Anche le località di mare sembrano essere quelle più penalizzate. Peggiorano le province di Puglia e Sardegna, fatta eccezione per Cagliari e Foggia, Rimini che perde 19 posizioni rispetto allo scorso anno piazzandosi 36esima, Salerno, Siracusa e Ragusa. In controtendenza solo la Liguria, che invece vede un netto miglioramento con in vetta Genova che si classifica 19esima guadagnando ben 26 posizioni.

GLI INDICATORI – Per comprendere meglio l’impatto della pandemia che ha sconvolto il 2020, e inevitabilmente ha influito sulla la qualità della vita nelle province, l’indagine del Sole 24 Ore propone anche un focus su 25 indicatori, aggiornati tra il 30 giugno e ottobre di quest’anno. Tra questi: il pil pro capite, le ore di cassa integrazione autorizzate, il reddito di cittadinanza, i decessi e le nascite, le iscrizioni e le cancellazioni all’anagrafe e al registro imprese, il numero di bar e ristoranti e la litigiosità in tribunale.

Dall’analisi dei 25 parametri emerge la profondità della crisi economica e sociale, per ora tenuta a bada da ammortizzatori, contributi e ristori statali. Il reddito di cittadinanza, ad esempio, aumenta nelle grandi metropoli e al Sud. Tra gennaio e settembre 2020, invece, le ore medie di cassa integrazione autorizzate sul territorio nazionale per ciascuna impresa sono salite del 5.975,21 %, colpendo tutte le province d’Italia. Però il dinamismo imprenditoriale caratterizza alcuni territori più inclini a cogliere le opportunità anche nella pandemia. In particolare, a Lecco (+30,77%), Prato (+29,69%), Brindisi (+26,61%), e Matera (+26,23%) sono aumentate le imprese che fanno e-commerce, mentre il boom di start up si registra a Imperia (+200%), Viterbo (+66,67%), Arezzo (+54,55%) e Siena (+50%).

Nell’analisi dei dati territoriali presenti nella qualità della vita non poteva mancare il riferimento ai divari esistenti nella penisola sul fronte dell’evoluzione digitale, che ha registrato una spinta senza precedenti e rappresentato un’ancora di salvezza per tanti settori. Tra i primati si rileva Firenze, premiata dall’indice di trasformazione digitale elaborato dal Forum Pa, mentre Viterbo è in testa per il numero di Spid erogate ogni mille abitanti, Monza e Brianza per la quota di enti pubblici che si affidano alla piattaforma unica Pago Pa e, infine, Milano per l’incidenza di imprese che fanno e-commerce sul totale.