“Ogni giorno della mia vita sono stato in sovrappeso di almeno tre, quattro chili. Ma non mi sono mai sentito a disagio. Il mio tormentone era: “A ma’, c’ho fame”.

Claudio Amendola e i suoi genitori: “Li ho sentiti dirsi ti amo soltanto nel film di Scorsese”

È proprio a lei che Claudio Amendola dedica il suo libro ‘Ma non dovevate anda’ a Londra’, lei che “ha dato la voce a tutte le star di Hollywood, Liz Taylor, Shirley MacLaine, Lauren Bacall, Ingrid Bergman, Jane Fonda… una madre, diversa, fuori dalle regole, e indipendente. Così come descritta in un’intervista al Corriere della Sera assieme a tante curiosità sulla sua vita in famiglia: “Mi piaceva tanto mangiare – ammette Amendola – credevo nell’equazione cibo-convivialità”. Tanta cucina romana, carbonara, la gricia, l’abbacchio con le patate, la porchetta, ma anche qualche dettaglio sul rapporto dei i suoi noti genitori: “Ho sentito i miei dirsi ti amo solo quando lavorarono insieme per New York New York di Scorsese, lui doppiava De Niro, lei Liza Minnelli. Avevo un anno e nessuno mi ha mai spiegato bene perché si lasciarono”.

“Papà – racconta – era il divertimento, la Roma, il tennis, le carte, le magnate in compagnia. A 14 anni andai a vivere da lui a Formello. I miei amici volevano venire a cena da noi per ascoltare a tavole le voci italiane di Sean Connery, Robert Redford. E quando papà doppiava Er Monnezza-Tomas Milian diceva una infinità di parolacce e mi chiedevano di farsi mandare a quel paese da lui. Oggi ancora mi diverte”.

Amendola: “Ho lasciato la scuola in terza media, ho scaricato le cassette al mercato”

Amendola ripercorre anche qualche momento della sua crescita: “Ho lasciato la scuola dopo la terza media, e fu una cretinata. Non avevo voglia di studiare, ma il lavoro c’era. Avevo porte aperte nel doppiaggio, lavoravo nel montaggio, ho curato quattro film di Terence Hill, ho scaricato le cassette al mercato generale, ho fatto il commesso in un negozio di sport”. Forte il legame con il calcio e la sua Roma: “Ma oggi i padroni sono stranieri, ti comprano come si compra un pezzo di pane, sono disamorato del calcio che appartiene alle piattaforme. A volte mi imbarazza vedere ragazzi così giovani che accedono subito a una ricchezza eccessiva”.

Amendola: “Ho speso per il gusto di spendere: orologi, ristoranti, cocaina”

Un parallelismo con un calciatore c’è: “Mi ritrovo in George Best, ho speso soldi per alcol, donne e macchine veloci, il resto l’ho sperperato, per ristoranti, orologi che nemmeno indosso, ma anche per andare a vedere la Roma. Molto spesso per il gusto di spenderli”. Tra le pagine nere della sua vita anche quella della droga e la dipendenza dalla cocaina: “Ne sono uscito una sera, mio figlio Rocco stava male, non sapevo cosa fare, non ero lucido. Un attimo dopo sono tornato in me e ho capito che dovevo fermarmi”.

I figli di Claudio Amendola: “Sono stato un padre distratto, come nonno mi do 4”

Oltre a Rocco, avuto da Francesca Neri, Amendola ha altre due figlie. Alessia e Giulia, con la prima moglie Alessia. “Sono stato un padre mediamente distratto e presente. Ho anche due magnifici nipoti di 8 e 4 anni, figli di Alessia. Ecco, come nonno mi do 4. Lavoro sempre, e sono pure pigro”.

Claudio Amendola e il ritorno nei Cesaroni

Intanto, si prepara a tornare con un suo grande successo: i Cesaroni. “Per me – ammette – hanno rappresentato una sicurezza economica. Mi hanno dato una fetta di pubblico che non avevo, e che oggi è diventato adulto”.

Redazione

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