Quaranta leader mondiali si sono riuniti virtualmente per il summit sul clima promosso dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Un vertice virtuale, voluto per dare nuova spinta alla lotta al cambiamento climatico e in vista della Conferenza Onu di Glasgow Cop26 a novembre , pur tra le critiche di gran parte dell’ecoattivismo mondiale, tra cui Greta Thunberg per cui gli obiettivi definiti “ambiziosi” dai leader sono in realtà “insufficienti”.

A guidare il summit, a un tavolo circolare con al centro una piattaforma ricoperta di prato, oltre a Biden sono stati l’inviato per il Clima John Kerry e il segretario di Stato, Antony Blinken. Presenti anche i presidenti di Cina e Russia, nonostante le tese relazioni con Washington, in quello che è stato un coro di impegni a proteggere l’ambiente e spingere sull’economia ‘verde’. Per l’Italia il premier Mario Draghi ha sottolineato: “Dobbiamo invertire la rotta e farlo subito. Vogliamo agire ora, non avere dei rimpianti dopo”, “l’Italia quest’anno detiene la Presidenza del G20 e la salvaguardia del nostro pianeta è uno degli obiettivi principali del nostro programma”.

“Il costo dell’inazione continua a crescere”, “questo è il decennio decisivo” per “evitare disastrose conseguenze”, ha detto Biden aprendo il summit. “I segnali sono chiari e la scienza è innegabile”, “è un momento di pericolo, ma anche di opportunità”, ha aggiunto, facendo riferimento ai “milioni di posti di lavoro” da creare. L’impegno degli Usa è tagliare le emissioni fino al 52% entro il 2030, dopo il disimpegno dell’amministrazione Trump. Ciò richiederà il più grande sforzo mai fatto, quasi raddoppiando gli obiettivi presi da Obama a Parigi nel 2015.

E proprio il ritorno degli Usa nell’accordo è stato elogiato da vari leader, tra cui la cancelliera Angela Merkel. Per l’Ue, che ha fissato la riduzione dei gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai ’90, sono intervenuti i presidenti di Commissione e Parlamento, Ursula von der Leyen e Charles Michel. Il ritiro dall’accordo era stato deciso da Trump, che aveva anche rafforzato la produzione di petrolio e gas, nonché deriso la scienza e i suoi avvertimenti sul clima. Cioè il fatto che il riscaldamento globale causato da centrali a carbone e uso di carburanti fossili stia aggravando allagamenti, uragani, incendi e altri disastri.

Non hanno invece preso impegni precisi Cina e Russia. Il cinese Xi Jinping, il cui Paese è il maggior emettitore di gas serra, prima degli Usa, non ha accennato alle dispute che fino all’ultimo hanno messo in dubbio la sua presenza, dicendo che Pechino lavorerà con gli Usa nel taglio delle emissioni. “Proteggere l’ambiente è proteggere la produttività”, ha detto. Neanche il russo Vladimir Putin, di recente definito da Biden “assassino” per la repressione degli oppositori, ha accennato alle tensioni. “Siamo genuinamente interessanti a promuovere la collaborazione internazionale e cercare altre soluzioni efficaci al cambiamento climatico”, ha detto.

La Russia è la quarta emettitrice di gas serra. I leader dei Paesi più piccoli e delle isole hanno sollevato l’allarme per l’innalzamento delle acque e gli uragani, chiedendo aiuto e tagli veloci alle emissioni. “Siamo quelli che meno contribuiscono ai gas serra, ma siamo i più colpiti dal cambiamento climatico”, ha riassunto Gaston Alfonso Browne, premier di Antigua and Barbuda, accennando ad aiuti di ripresa dai disastri e alleviamento del debito. I Paesi poveri guardano anche agli Usa perché li dicono in debito di 2 miliardi di dollari in aiuti risalenti all’era Obama, che Trump non ha versato.

Biden ha promesso di raddoppiare i fondi per gli aiuti climatici ai Paesi poveri entro il 2024 e ha detto che la US International Development Finance Corporation entro due anni avrà un terzo dei nuovi investimenti sul clima. Qualche leader si è poi fatto notare per le sue posizioni contradditorie. Spicca il brasiliano Jair Bolsonaro, che ha promesso lo stop alla deforestazione illegale dell’Amazzonia e parlato dell’importanza della tutela dei popoli indigeni, quando è noto per politiche che vanno in tutt’altro senso. (Fonte:LaPresse)

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