Le modifiche al Senato
Colpire i rave per colpire i giovani

La legge di conversione del decreto anti rave è passata all’esame della Camera con alcune modifiche che non fanno altro che cristallizzare la questione principale in ballo, ovvero la criminalizzazione dei giovani, in particolare nelle loro espressioni culturali e ludiche che escono dagli schemi ordinari del mercato del divertimento. La pena rimane abnorme, da 3 a 6 anni, con la sola specificazione relativa ai raduni musicali e sul pericolo concreto derivante “dall’inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti”. L’ennesimo esempio di uso strumentale delle leggi proibizioniste sulle droghe al fine di colpire e reprimere le giovani generazioni. Un richiamo che evoca le disposizioni dell’art. 79 del Testo Unico sulle droghe, proprio quello che fu usato per criminalizzare – e alla fine far espatriare – il più importante Festival Reggae d’Europa, il Rototom di Osoppo, scagionato da ogni accusa solo alla fine del processo.
Proprio sulle preoccupazioni per gli effetti che la norma avrà “sulla convivenza sociale, sui processi di stigmatizzazione dei giovani e delle loro espressioni culturali nel nostro Paese” si basa il documento ai parlamentari sottoscritto da Forum Droghe, Antigone, CNCA, A Buon Diritto, LILA, ITARDD, Comunità di San Benedetto al Porto, Parsec, CAT, Associazione Luca Coscioni, la Società della Ragione, ITANPUD, Isola di Arran, Il Gabbiano, CGIL, LegacoopSociali, ARCI e Meglio Legale. Per le 18 organizzazioni, impegnate per un cambio delle politiche sulle droghe e nella lotta a ogni forma di discriminazione sociale delle persone che usano droghe, c’è il rischio “di incentivare l’organizzazione di eventi sempre più nascosti e irraggiungibili, e quindi molto più difficili da gestire attraverso gli interventi di riduzione del danno e tutela della salute pubblica e di contenimento di eventuali casi critici tra i partecipanti.” Non ci sono ragioni “né tantomeno emergenze di nessun tipo per un decreto anti-rave. Si corre il rischio di puntare verso l’obiettivo di criminalizzare quelle fasce giovanili che esercitano la libertà di espressione, di opinione e di aggregazione e che ricercano il divertimento al di fuori da ogni vincolo imposto dalle regole del mercato e da ogni forma di imposizione autoritaria.”
La società civile sottolinea come le normative che puniscono le feste illegali già esistano, e che “gli ultimi due rave di grandi dimensioni, tenuti a Valentano nel 2021 e a Modena nel 2022, non hanno comportato alcun problema di ordine pubblico, come è verificabile dalle tante fonti che li documentano. In entrambi i casi lo sgombero è avvenuto in forma pacifica e negoziata tra le forze dell’ordine, gli organizzatori, la mediazione dei servizi di Riduzione del Danno, il coinvolgimento attivo degli stessi partecipanti, i quali hanno provveduto anche a garantire la pulizia dei locali”. Inoltre “l’esperienza, ormai consolidata da oltre vent’anni dalle nostre reti e a livello europeo, dimostra che l’implementazione dei servizi di Riduzione del Danno e Limitazione dei Rischi a livello nazionale, prevista dai LEA, rappresenta la strategia più efficace per gestire e rendere sicuri sul piano della salute, dei possibili rischi, della gestione di eventuali situazioni critiche, i contesti nei quali si svolgono gli eventi, dai rave, alle feste legali, alle realtà del divertimento cittadine“.
Al Senato questo appello è caduto nel vuoto, anche se la maggioranza non ha fatto il pieno di voti. Alla Camera, ci sono ancora meno margini per una modifica, sia per i rapporti di forze maggioranza-opposizione che per i tempi della conversione, ormai agli sgoccioli. La speranza rimane appesa ai rilievi di incostituzionalità, che rimangono sia rispetto alla effettiva urgenza, che rispetto ai difetti di tassatività della norma penale. Ma la strada della legislatura sembra segnata: a tracciarla è stato Gasparri che al Senato ha sottolineato come l’aver “evocato le feste dello sballo e della droga” faccia seguito alla “necessità di una legislazione più severa in materia di uso di droghe”.
*segretario Forum Droghe
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