Dal primo luglio prossimo verrà applicato ufficialmente il certificato Covid digitale europeo, più volte definito come ‘green pass’. Il provvedimento è stato approvato con 545 voti a favore, 93 contrari e 51 astenuti nella sessione plenaria di ieri del Parlamento europeo, come annunciato oggi dal presidente David Sassoli.

Per la definitiva approvazione il testo dovrà essere formalmente adottato dal Consiglio, convertito in legge e pubblicato nella gazzetta ufficiale dell’Unione Europea.

Sulla crisi pandemica c’è “cauto ottimismo” perché “ci siamo resi conto che siamo riusciti ad aumentare la capacità di produzione dei vaccini e la consegna. Però dobbiamo continuare ad essere cauti e vigili soprattutto visti i rischi delle varianti. Abbiamo accolto favorevolmente gli accordi che sono stati raggiunti sul Certificato Covid e continueremo a lavorare assieme al Parlamento affinché si possa recuperare la libera circolazione delle persone con particolare attenzione all’impatto economico su certi Paesi legati al turismo”, ha detto il presidente del Consiglio europeo Charles Michel nel suo intervento alla plenaria del Parlamento europeo.

Una notizia accolta favorevolmente dal ministro per gli Affari regionali: “Il via libera definitivo del Parlamento europeo al green pass Ue è una bellissima notizia. Uno strumento importante per incentivare la mobilità dei cittadini all’interno dell’Unione, una spinta propulsiva e decisiva per far ripartire il turismo e con esso l’economia”, scrive su Twitter Mariastella Gelmini.

COME FUNZIONA – Il documento, rilasciato gratuitamente dai Paesi membri dell’Ue e disponibile sia in formato digitale che cartaceo con codice QR, attesterà che una persona è stata vaccinata (con due dosi per AstraZeneca, Pfizer e Moderna o con una di Johnson & Johnson) contro il coronavirus o ha effettuato un test recente con esito negativo o che è guarita dall’infezione.

Il pass attesterà l’avvenuta vaccinazione completa, con validità a partire da 14 giorni dopo l’ultima dose, la guarigione dalla Covid-19, per cui farà fede il tampone positivo dopo l’undicesimo giorno per 180 giorni, oppure l’esito negativo di un test (72 ore di validità per il molecolare, 48 ore per quello rapido).

Il sistema che entrerà in vigore dal prossimo primo luglio resterà in vigore per 12 mesi e i diversi certificati nazionali saranno compatibili e verificabili in tutta l’Unione europea.

Punto fondamentale è che il certificato non costituirà una condizione preliminare per la libera circolazione e non sarà considerato un documento di viaggio. Inoltre gli Stati membri dell’Unione non potranno imporre ulteriori restrizioni ai titolari dei certificati, come ad esempio autoisolamento o quarantena, “a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica”, si legge nel testo approvato in Parlamento europeo.

I Paesi dell’Unione sono incoraggiati a garantire che i test abbiano prezzi abbordabili e siano ampiamente disponibili. Su richiesta del Parlamento, la Commissione si è impegnata a mobilitare 100 milioni di euro dallo strumento per il sostegno di emergenza per consentire agli Stati membri di acquistare test per il rilascio di certificati di test digitali Covid dell’Ue.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.