In 18 mesi compressi i progressi di 15 anni
Come funzioneranno i vaccini mRna contro cancro e infarto, la rivoluzione di Moderna “entro il 2030”

Mancano solo sette anni al futuro della medicina, o forse anche meno. Entro il 2030 potrebbero essere già sul mercato i primi vaccini personalizzati a mRna contro cancro, malattie cardiovascolari e quelle autoimmuni. Un fast forward nella ricerca accelerato enormemente anche grazie anche all’esperienza derivata dai vaccini anti-Covid.
La notizia è stata riportata dal quotidiano inglese Guardian che cita l’annuncio dell’americana Moderna. Dopo i vaccini anti-Covid l’azienda farmaceutica sta lavorando a quelli contro il virus sinciziale e contro il melanoma, per entrambi i quali ha ottenuto dall’Fda americana la breaktrough therapy, ovvero la procedura accelerata di approvazione.
Soltanto quattro mesi fa Moderna e Msd avevano diffuso i dati preliminari su un vaccino a mRNA personalizzato, combinato con l’immunoterapia, contro il melanoma, e a febbraio è arrivato il via libera della Fda. Ora il chief medical officer di Moderna ha affermato che in appena 5 anni l’azienda sarà in grado di offrire vaccini a mRna per diversi tipi di tumore e per “tutte le aree patologiche”. L’azienda farmaceutica “è fiduciosa di poter avere pronti terapie a mRNA contro il cancro, le malattie cardiache, autoimmuni, respiratorie ed altre, tra cui malattie rare, entro il 2030”.
A causa della pandemia da Covid-19 abbiamo imparato a conoscere il funzionamento del vaccino basato su Rna messaggero – nato proprio nell’ambito della ricerca di un vaccino contro il cancro -, che ad oggi ha avuto un’accelerazione incredibile tanto che c’è chi ritiene che in un anno e mezzo si siano compressi i progressi di 15 anni.
Si parla di vaccini terapeutici (non preventivi), che ‘insegnano’ al sistema immunitario a riconoscere il ‘nemico’, che sia questo un virus, un batterio, una cellula tumorale già presente o molecole alla base di altre patologie. Questi vaccini non vanno bene per tutti ma saranno appunto personalizzati e realizzati su misura.
Tramite biopsie e grazie a un algoritmo si identificano le mutazioni delle cellule tumorali che non sono presenti in quelle sane e che guidano lo sviluppo del tumore attivando il sistema immunitario. L’informazione acquisita serve a sintetizzare in laboratorio l’Rna messaggero (mRna) con le istruzioni per innescare la risposta immunitaria. Una volta iniettato il vaccino l’mRNA viene tradotto in parti di proteine identiche (antigeni) a quelle che si trovano sulle cellule tumorali. Oggi Moderna sostiene che siamo davvero vicini a portare tutto questo al prossimo step: la pratica clinica.
Prima di poter essere effettivamente inoculati nel paziente però deve esserci assoluta certezza dell’identificazione della mutazione “giusta” da utlizzare. Inoltre la riattivazione del sistema immunitario non è scontata.
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