Dopo il caso Sarno tocca al litorale casertano. La ripresa delle attività con lo sblocco del lockdown avvenuto lunedì 4 maggio, l’atteso allentamento delle misure restrittive per alcuni esercizi commerciali e soprattutto per aziende e imprese, ha fatto subito sentire il suo effetto sull’ambiente.

Così dopo il Sarno, con l’acqua subito tornata torbida per effetto degli scarichi, è la volta del litorale casertano. Una marea nera ripresa dall’alto fa il suo nefasto effetto alla foce del fiume Agnena, tra Castel Volturno e Mondragone, sul litorale domizio che in queste settimane di lockdown era tornato ad essere una perla naturale con acque cristalline.

Due giorni dopo il ritorno alla triste normalità, con acqua nera e odori nauseabondi denunciati da residenti locali, che hanno chiesto l’intervento dei carabinieri, della Capitaneria di Porto e della polizia municipale di Castel Volturno. Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco della città del litorale, Luigi Petrella: “Il sospetto è che si tratti di scarichi industriali, le aziende bufaline non si sono mai fermate”.

A denunciare il caso erano stati gli attivisti ambientali di ‘Terra nostrum Trentola Ducenta’, che pubblicando la foto della marea nera sottolineavano come i “criminali senza scrupoli stanno agendo indisturbati, smaltendo tutto ciò che non hanno potuto fare nei mesi scorsi. È una terra di nessuno. Se questa è la fase due dell’uscita dal lockdown, non osiamo immaginare come sarà la fase tre”, denunciano dal gruppo ambientalista.

Verdi Napoli: “Macchia nera in mare a Castelvolturno, Regione e Ministero intervengano subito: è ora il momento di individuare i responsabili” – Da pochi giorni sono riprese alcune attività rimaste ferme per il lockdown imposto a livello nazionale per contenere il virus e sono bastate poche ore perché la costa tra Castel Volturno e Mondragone tornasse a mostrarsi inquinata: una enorme macchia nera è stata infatti registrata sul tratto di costa in cui sfocia il canale Agnena. “Abbiamo scritto una lettera al ministro dell’Ambiente Costa, al presidente della Regione De Luca e al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri affinché l’individuazione dei responsabili sia immediata – dicono i consiglieri comunali dei Verdi Stefano Buono e Marco Gaudini -. Questo è il momento migliore per farlo: basta escludere le attività produttive che non si sono mai fermate e quelle che ancora devono riprendere, i controlli vanno effettuati tra coloro che hanno riaperto nei giorni scorsi. Una possibilità di ausilio per le indagini può venire dall’utilizzo di droni, in grado di sorvolare la zona e ricostruire il percorso degli sversamenti. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a questo gravissimo delitto: sono bastate poche settimane di stop alle attività dell’uomo perché la natura tornasse a respirare e, se riusciamo a proteggerla, la bellezza del nostro litorale può essere uno dei volani di ripresa per la difficile sfida economica che ci aspetta nei prossimi mesi”.

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