Un avviso di sfratto per Luigi Di Maio. È il messaggio che arriva da Giuseppe Conte nei confronti del leader ‘ombra’ del Movimento 5 Stelle in una intervista rilasciata al giornale più vicino all’ex premier, Il Fatto Quotidiano.

Dal quotidiano diretto da Marco Travaglio arriva infatti l’annuncio della prossima resa dei conti all’interno del mondo pentastellato dopo la gestione caotica della questione Quirinale, con Conte che in più occasioni ha flirtato con l’ex alleato-nemico Matteo Salvini rischiando di far saltare gli accordi col Partito Democratico di Enrico Letta, mentre sullo sfondo le truppe parlamentari fedeli al ministro degli Esteri Di Maio davano il via a suon di voti alla riconferma al Quirinale di Sergio Mattarella.

Secondo Conte infatti “Di Maio dovrà rendere conto di diverse condotte, molto gravi. Ai nostri iscritti e alla nostra comunità”. Se da una parte l’ex presidente del Consiglio sembra preparare il terreno per la cacciata di Di Maio, dall’altra tenta di allontanare l’ipotesi di una nuova scissione nel Movimento, dopo la fuga dei ribelli finiti nel gruppo di ‘L’alternativa c’è’. “Non ho mai lavorato per procurare scissioni. È evidente che questo è il momento di un chiarimento. Una comunità di donne e uomini, anche nella diversità di opinioni, deve perseguire un’azione politica in modo coerente e compatto. Stabiliremo tempi e modi per un confronto trasparente“, dice al Fatto Conte.

Leader del Movimento che poi fornisce la sua personale lettura di quanto accaduto la scorsa settimana sull’elezione del Capo dello Stato, con la conferma al Quirinale di Sergio Mattarella. Conte nega avvicinamenti e trattative riservate con Salvini, in particolare sui nomi di Franco Frattini e della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, spiegando che con Letta e Roberto Speranza “ci si è sempre puntualmente aggiornati”.

Anche quando ho avuto incontri bilaterali – aggiunge Conte – ho sempre riferito. E comunque Casellati è stata una candidatura messa in votazione all’improvviso, la mattina di venerdì”. Quanto a Frattini, era “uno dei nomi circolati, non concretamente formalizzato”.

In merito invece alla candidatura di Elisabetta Belloni, la direttrice del Dis, un nome bruciato nell’arco di una notte tra venerdì e sabato, Conte spiega così la trattativa: il nome della Belloni e dell’ex ministro Paola Saverino era emerso nei colloqui con Salvini venerdì, mentre “sullo sfondo c’era anche quella di Casini”. Quindi “nel tardo pomeriggio Salvini aveva sciolto positivamente la riserva su Belloni, confermando la disponibilità di Giorgia Meloni“.

A spendersi per Belloni era arrivato anche l’intervento tramite un tweet di Beppe Grillo, il garante dei grillini: “Con Beppe ho parlato io e abbiamo convenuto che la direttrice del Dis sarebbe stata un’ottima figura per la Presidenza della Repubblica. Ma bando all’ipocrisia, questa uscita non ha avuto influenza su una partita giocata da vari politici. Penso a Matteo Renzi. Ma non solo”, dice Conte riferendosi ovviamente a Luigi Di Maio.

Una candidatura poi saltata, quella della Belloni, a causa della marcia indietro del Partito Democratico. A dirlo è Conte, che spiega al Fatto Quotidiano che tra i Dem di Letta “non c’era più la disponibilità su Belloni, c’è stato un blocco trasversale”.

Quindi sabato si è appreso “dell’atto di generosità di Mattarella. Poco prima Salvini aveva aperto al suo secondo mandato. Così abbiamo concordato tutti su quella opzione“.

Avatar photo

Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia