Da una parte l’invito del governo a misure prese con un coordinamento nazionale, dall’altra l’ormai chiara ‘fuga in avanti’ delle Regioni che, in piena autonomia, stanno decidendo le nuove misure per tentare di fermare la curva dell’epidemia di Coronavirus nel Paese. Da Nord a Sud sono diversi ormai i governatori che hanno preso o stanno valutando strette sulle ‘libertà personali’.

LA CAMPANIA – In principio è stato Vincenzo De Luca, con la chiusura delle scuole in presenza e l’attivazione della didattica a distanza, uno ‘Sceriffo’ che proprio stasera ha dato nuovi segnali in questo senso con una seconda ordinanza restrittiva in cui si mette in campo la sospensione di ogni attività dalle 23 alle 5 del mattino e degli spostamenti dalle 24, a partire dal prossimo fine settimana, sull’intero territorio regionale. Non solo: De Luca ha deciso di limitare lo spostamento tra le cinque province campane se non per motivi di lavoro, sanitari, scolastici, socio-assistenziali, approvvigionamento di beni essenziali, rispolverando la tanto ‘odiata’ autocertificazione.

LA LOMBARDIA – La Regione guidata da Attilio Fontana ha chiesto e ottenuto il coprifuoco dalle 23 alle 5, fino al prossimo 13 novembre, nonostante Matteo Salvini non ne sia totalmente convinto da chiedere un confronto con il presidente, Attilio Fontana. Non si torna indietro, però, fanno sapere dalla Regione, che ha ottenuto anche il via libera del ministro della Salute, Roberto Speranza. In Lombardia inoltre saranno chiusi nel fine settimana i centri commerciali, con eccezione per i prodotti di prima necessità.

IL PIEMONTE – Sulla scia lombarda la decisione del Piemonte. Il governatore Alberto Cirio ha annunciato la Dad al 50% per le scuole superiori, da lunedì, e la chiusura dei centri commerciali nei fine settimana.

LA LIGURIA – Sulla scuola un provvedimento simile è arrivato in Liguria da Giovanni Toti, da poco riconfermato al governo della Regione. Dopo aver sentito Roberto Speranza, Toti ha scelto di firmare un’ordinanza che da lunedì attiverà la didattica a distanza “per tutti gli alunni delle superiori, ad esclusione della prima superiore, per almeno un 50% degli studenti”. Ovvero, nel pieno dell’autonomia della scuola, chiediamo che ruotino tra didattica a distanza e didattica in presenza”. Inoltre, nello stesso documento c’è il divieto totale di assembramento nell’intera Regione. Questo vuol dire che si può “uscire di casa, andare al lavoro, al ristorante e a fare gli acquisti, ma è vietato stazionare, assembrarsi, fermarsi all’aperto in gruppi, perché può comportare situazioni di reale rischio”, spiega il governatore.

L’EMILIA ROMAGNA – Non ci saranno lockdown invece in Emilia Romagna. Il Dem Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza Stato Regioni, ha comunque invitato a essere “sempre pronti in ogni momento ad assumere decisioni che vadano a ridurre l’impatto epidemiologico”. Ma nessun ‘lucchetto’, per ora: “Altrimenti rischiamo una pandemia economica”.

IL VENETO – Sulla stessa lunghezza d’onda il veneto di Luca Zaia, dove non ci saranno per il momento ulteriori divieti, anche alla luce del gatto che risultano occupati negli ospedali della regione ‘solo’ 61 posti di terapia intensiva.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia