Un dipendente delle Poste e la moglie positivi al coronavirus. E’ successo in una filiale di Pianura, quartiere di Napoli, chiusa nelle scorse ore per le operazioni di sanificazione. I colleghi dell’uomo contagiato, le cui condizioni non sono gravi, sono attualmente in isolamento in attesa dell’esito del tampone. Non è ancora chiaro quando l’ufficio postale riaprirà al pubblico.

Intanto è polemica sui dispositivi di sicurezza adottati in numerosi uffici postali napoletani. Un dipendente di Poste, che preferisce restare anonimo, ha denunciato al Riformista tutta una serie di mancate tutele nei confronti dei lavoratori dell’azienda e degli stessi clienti.

“Non vengono sanificati gli sportelli Atm, i pos all’interno dell’ufficio, i totem dove si prendono i bigliettini, le penne. Non abbiamo termoscanner quindi non misuriamo la febbre alle persone all’interno dell’ufficio postale né ai clienti che vanno nelle sale consulenza né a quelli che vanno nei back office. Abbiamo solo il gel sanificante” sottolinea.

“Inoltre – aggiunge – ai dipendenti non c’è l’obbligo della misura delle temperatura quando si va in filiale. Si ha solo l’obbligo di indossare la mascherina all’interno. Ci hanno fatto firmare solo una autocertificazione nella quale ci prendiamo noi la responsabilità che non siamo entrati in contatti con persone positive e che non siamo andati in vacanza nelle zone rosse indicati dal Governo. Chi si è sottoposto a tampone ha dovuto prendere giorni di ferie in attesa dell’esito che spesso arrivava anche dopo una settimana”.

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Giornalista professionista, nato a Napoli il 28 luglio 1987, ho iniziato a scrivere di sport prima di passare, dal 2015, a occuparmi principalmente di cronaca. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa, ho frequentato la scuola di giornalismo e, nel frattempo, collaborato con diverse testate. Dopo le esperienze a Sky Sport e Mediaset, sono passato a Retenews24 e poi a VocediNapoli.it. Dall'ottobre del 2019 collaboro con la redazione del Riformista.