Tra favorevoli e contrari il 14 settembre ripartirà la scuola in Italia. Farà bene o male alle migliaia di studenti che torneranno ad occupare i banchi? Una risposta arriva da uno studio appena pubblicato sulla rivista Science: un gruppo di studiosi, dopo aver analizzato le riaperture in Sudafrica, Finlandia e Israele, ha constatato come i bambini contraggano raramente l’infezione e si contagino gli uni con gli altri, rischiando di portarla anche a casa. Secondo l’infettivologo pediatra finlandese, Otto Helve “i benefici della riapertura sono molto maggiori dei rischi”.
Lo studio parte da una lettera aperta firmata da oltre 1.500 membri del “Royal College of Paediatrics and Child Health”, secondo i quali “continuare a tenere chiuse le scuole lascerebbe segni indelebili a un’intera generazione”. A partire da questa lettera Jennifer Couzin-Frankel , Gretchen Vogel , Meagan Weiland, le tre autrici dell’articolo, hanno osservato come una riapertura delle scuole sia possibile semplicemente adottando alcune misure di sicurezza a cui tutti si stanno già abituando: suddividere gli studenti in piccoli gruppi, indossare le mascherine e mantenere il distanziamento sociale.

Nell’articolo si evidenzia anche quanto la scuola sia importante per la salute dei bambini. “L’educazione virtuale è spesso una pallida ombra di quella in presenza e ha lasciato molti genitori a destreggiarsi tra lavoro e assistenza all’infanzia. Inoltre, i bambini a basso reddito che dipendono dai pasti scolastici hanno sofferto molto di più la fame. E ci sono state indicazioni che i bambini stessero subendo un aumento degli abusi domestici”, si legge nell’articolo. L’articolo su Science risponde ad alcune domande a cui in tanti vorrebbero avere risposte.

Qual è la probabilità con cui i bambini trasmettono il virus?
«Le persone di età inferiore ai 18 anni hanno una probabilità compresa tra un terzo e la metà degli adulti di contrarre il virus e il rischio è più basso per i bambini più piccoli. Anche se il motivo rimane oggetto di studio, si può dire che l’età più giovane riduce il rischio di infezione e trasmissione», si legge nell’articolo che aggiunge: “se i bambini di età inferiore agli 11 e 12 anni hanno un rischio contagio molto basso, gli studenti delle scuole superiori sono leggermente più contagiosi». Resta però superiore il beneficio rispetto al rischio di contagio.

Quale la migliore modalità di lezione?
In Danimarca, il primo paese in Europa a riaprire, i bambini sono stati suddivisi in piccoli gruppi per le lezioni che si riunivano per la ricreazione. Le scuole hanno inoltre proposto lezioni all’aria aperta e modi creativi per imparare rispettando le misure di sicurezza. L’Istraele, invece, avendo difficoltà a gestire gli spazi ha adottato un altro metodo: l’uso delle mascherine ed è andato tutto bene.

Gli alunni dovrebbero indossare le mascherine?
“Per me, le maschere fanno parte dell’equazione” per rallentare la diffusione di COVID-19 nelle scuole, soprattutto quando il distanziamento è difficile, afferma Susan Coffin, un medico di malattie infettive all’ospedale pediatrico di Filadelfia. “Le goccioline respiratorie sono una delle principali modalità di trasmissione [del virus]”, dice, e indossare una maschera pone un ostacolo nel percorso di quelle goccioline. E tuttavia in paesi come Cina, Corea del Sud, Giappone e Vietnam è già obbligo l’uso delle mascherine in classe.

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