No alla no-fly zone, che sancirebbe l’ingresso “ufficiale” degli Stati Uniti (e della Nato) nel conflitto in corso in Ucraina dopo l’invasione russa, sì a massicci aiuti logistici e militari al governo di Kiev per respingere l’offensiva del Cremlino di Vladimir Putin.

È questa, come evidente ormai da giorni, la strategia decisa a Washington per sostenere Volodymyr Zelensky. Al presidente ucraino l’omologo statunitense Joe Biden ha promesso un miliardo di dollari in armamenti, tra cui razzi anti carro e anti aereo che già stanno già avendo un ruolo decisivo nel conflitto, i ‘famosi’ Javelin e Stinger.

Ma presto le forze armate ucraine potrebbero schierare sul campo di combattimento una nuova arma contro l’invasore russo, lo Switchblade, che secondo alcuni fonti potrebbe essere già essere a disposizione dei militari in Ucraina.

Di cosa si tratta? Detti droni killer o kamikaze, si tratta di mini droni a controllo remoto in grado di distruggere un carro armato. Lo Switchblade può essere facilmente trasportato in battaglia dai soldati: pesa infatti circa tre chilogrammi, entra in uno zaino e viene ‘sparato’ da un tubo.

Una volta in aria il drone può restare in volo per 40 minuti con un raggio d’azione di circa 11 chilometri, guidato da terra fino all’impatto sul bersaglio designato, scrive sul Corriere della Sera Guido Olimpio, esperto di intelligence. Dalla sua ha anche il costo relativamente basso, circa 6mila dollari, rispetto ad altri sistemi di attacco più complessi.

Lo Switchblade inoltre consente all’operatore che lo guida di poterlo manovrare lontano dal fuoco nemico, in posizioni protette da cui ‘spararlo’ in aria e guidarlo da remoto: il velivolo viene attivato per colpire un nucleo trincerato, un cannone, un veicolo leggero, un nido di mitragliatrici o di anti-carro.

Redazione

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