Gli attacchi su Kiev da parte dei russi si intensificano e una nuova arma di ultima generazione sta scendendo in campo: si tratta di droni – kamikaze prodotti dalla Kalashnikov, la storica fabbrica di fucili mitragliatori da cui prendono il nome. Un’arma di particolare precisione tecnicamente chiamata “loitering munition”, un robot da guerra comandabile a distanza.

Si tratta di un piccolo aereo telecomandato fornito di una testata di esplosivo e biglie d’acciaio. Si muove con agilità rimanendo in volo molto tempo con il suo motore elettrico silenzioso. Sorvola la zona di interesse e la riprende con una telecamera. Una volta individuato con precisione il bersaglio, si lancia e lo distrugge. Già esistevano armi di questo tipo ma la differenza è che in passato questi piccoli aeroplani venivano usati per ricognizione o attacco e poi recuperati e riutilizzati.

Questi droni di ultima generazione invece sono destinati ad un solo uso perché esplodono come i kamikaze giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale: vengono dunque usati una sola volta. Si chiamano “loitering munition”, letteralmente “proiettili che girano intorno”. Restano in volo e poi colpiscono con precisione. Secondo quanto riportato da Repubblica, sembra che i russi vogliano usare questi sistemi per colpire i furgoni utilizzati per distribuire i razzi forniti dall’Occidente ai difensori di Kiev: attendono il momento della consegna, l’unico in cui è possibile individuare i veicoli anonimi dei corrieri.

Armi di questo tipo sono già diffuse da te anni e sono state usate nella guerra libica e nel conflitto tra Armenia e Azerbaijan. Possono essere minuscoli come insetti e guidati da smartphone oppure più grandi, elicotteri che contengono anche 50 kg di esplosivo. Restano micidiali e pericolosi allo stesso modo.

Diversi produttori offrono sistemi di intelligenza artificiale che rendono autonomo il drone, permettendogli di scoprire da solo il bersaglio indicato ed eventualmente decidere di eliminarlo senza bisogno di autorizzazione umana. I tentativi di stabilire regole internazionali per impedire la diffusione di questi robot-killer finora sono falliti e rischia di essere il primo passo verso uno scenario apocalittico fatto di macchine che autonomamente decidono di colpire senza il contributo dell’uomo.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.