Le bombe a grappolo sono proibite dalla convenzione delle Nazioni Unite del 2008. E comunque stanno cadendo, secondo quanto accusa parte della comunità internazionale, in queste ore sull’Ucraina invasa dalla Russia da ormai sette giorni. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la risoluzione che chiede a Mosca di mettere fine alle guerra in Ucraina e di ritirare le sue truppe. I voti a favore sono stati 141, i no cinque, gli astenuti 35. La Russia ha fatto sapere tramite il ministero della Difesa che le vittime militari sono 498, 1.597 i feriti. Secondo il servizio statale di emergenza ucraino le vittime civili sarebbero almeno 2.000. Mosca ha aperto a un cessate il fuoco. Domani riprendono i negoziati. Nel frattempo però si continua a combattere.

Le accuse dell’uso delle bombe a grappolo da parte delle forze russe sono arrivate, tra le altre, da Human Rights Watch. “Questo attacco mostra chiaramente la natura indiscriminata di bombe e grappolo e deve essere condannato in modo inequivocabile”, ha detto il vice direttore della divisione sulle armi dell’organizzazione Mark Hiznay commentando gli attacchi a Kharkiv. Stesse accuse da parte di Amnesty International in merito a un attacco a un asilo. Le accuse denunciano l’utilizzo di tali armi come un “crimine di guerra”. Un’altra accusa è arrivata, su “armamenti eccezionalmente letali”, dall’ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu Linda Thomas-Greenfield – come vedremo appunto anche paradossale se non contraddittorio.

Le bombe a grappolo o munizioni a grappolo sono munizioni di solito sganciate da velivoli che contengono cosiddette sub-munizioni: le bomblets che vengono disperse, secondo diversi sistemi, a distanza e in diverse direzioni. Permettono di colpire più obiettivi, hanno un raggio più ampio di azione. Esistono versioni specifiche per colpire obiettivi come piste di atterraggio, linee elettriche, per liberare sostanze chimiche, biologiche o incendiarie. La quasi totalità delle bombe a grappolo si attiva all’impatto con l’obiettivo. Quando il cluster viene sganciato si apre e rilascia le submunizioni su un’area di estensione variabile a seconda della quota o della velocità o dell’effetto delle munizioni. Il punto è dunque il loro margine di errore. Sono chiamate anche “armi di saturazione” perché devastano ampie zone.

Le bombe a grappolo sono comparse la prima volta durante la Seconda Guerra Mondiale. L’accordo firmato il 20 maggio del 2008 ne ha vietato l’uso ma non vi hanno aderito proprio Stati Uniti, Cina, India, Pakistan, Israele, Russia, Brasile, Iran, Libia, Arabia Saudita, oltre a varie altre nazioni di minori dimensioni. Il Parlamento Europeo all’epoca aveva invitato tutti i Paesi membri dell’Unione ad aderire alla Convenzione. Il parlamento ha approvato il disegno di legge relativo e ha ratificato l’accordo nel settembre 2011. La Convenzione era entrata in vigore dall’agosto del 2010.

La Russia e l’Ucraina non hanno aderito alla convenzione dell’Onu; ma non lo hanno fatto nemmeno gli Stati Uniti e la Cina. Sono molti i paesi che mantengono le bombe a grappolo nei loro arsenali perché le considerano utili per colpire schieramenti di truppe in campo aperto o nelle trincee, le colonne blindate o le piste degli aeroporti“, ha commentato a Repubblica Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa. Altro problema: molte delle bomblets non esplodono e restano sul terreno come mine.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.