Scontro governo-regioni
Cosa succede se il governo diffida la Calabria, i possibili scenari
Il governo pensa a una diffida dell’ordinanza della Regione Calabria emanata ieri dalla governatrice Jole Santelli, che dispone l’apertura di bar, ristoranti e pasticcerie con servizio all’aperto. Durante il Consiglio dei ministri di ieri sera, l’esecutivo avrebbe messo sul tavolo la possibilità di inviare un atto formale con cui chiedere alla governatrice di eliminare le disposizioni in contrasto con il dpcm in vigore fino al prossimo 4 maggio.
L’obiettivo è cercare una sintesi tra potere centrale e Regioni per evitare di affidare la decisione ad un tribunale. “Il governo può decidere l’annullamento dell’ordinanza – spiega Salvatore Curreri, professore di diritto pubblico e costituzionale – ma questo potrebbe dire portare la vicenda davanti al Tar o alla Consulta perché potrebbe essere sollevata una questione di conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato“. Un muro contro muro che porterebbe il termine della risoluzione della questione molto più in là nel tempo. Sei mesi, nella migliore delle ipotesi.
Nonostante la divisione delle competenze tra Stato e Regione, come regolate dal Titolo V della Costituzione, esiste in un contesto di emergenza sanitaria, una prevalenza della norma nazionale su quella regionale. “I provvedimenti presi dal governo hanno una loro superiorità perché la Regione – continua Curreri – può solo specificare o aggravare la norma nazionale. Di certo non può contraddirla perché vanificherebbe, in questo caso, l’azione di contrasto al contagio messa in campo dal governo”.
Sulla question è intervenuto anche il governatore della Regione Giovanni Toti: “Pretendiamo dal Governo che le linee guida possano essere interpretate dalle Regioni secondo i poteri costituzionali, si è usciti dalla fase dei divieti, si è entrati nella fase delle regole, il Governo si deve mettere in testa che le regole si decidono insieme tra Regioni e Governo”. A Radio 1, il presidente ha difeso l’autonomia delle Regioni, contro il potere centrale: “Non esiste una potestà esclusiva del Governo di dettare le regole in tutta Italia perché non la prevede la nostra Costituzione. Esiste un Titolo V che prevede che cosa può fare l’uno e che cosa può fare l’altro”.
Con la presidente della Calabria si è schierata anche la Lega, alleata alle ultime elezioni regionali. “Complimenti alla nostra presidente Jole Santelli che con coraggio e lungimiranza ha deciso di dare il via, da oggi, ad una nuova fase per la nostra regione – ha detto al capogruppo della Lega in Consiglio, Tilde Minasi – Accordando fiducia ai calabresi che, durante queste settimane, hanno dimostrato senso di responsabilità, la governatrice ha deciso di consentire una serie di attività che avranno ripercussioni positive sotto l’aspetto economico ma anche psichico e sociale”.
Di senso opposto, invece, la protesta dei sindaci calabresi, in gran parte di centrosinistra, che da subito si sono dichiarati contrari all’ordinanza. Dal sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ai primi cittadini di Lamezia Terme, Castrovillari, Soverato, in tanti hanno contestato le “aperture” volute dalla Santelli informando le rispettive cittadinanze della perdurante vigenza dei Dpcm governativi e delle ordinanze comunali.
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