L’avvocato difensore di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto in regime di 41bis nel carcere Bancali di Sassari e per questo in sciopero della fame da 96 giorni, ha chiesto di trasferire “immediatamente” il suo assistito in un altro istituto penitenziario “dotato di centro clinico”.

L’istanza è stat indirizzato dall’avvocato Flavio Rossi Albertini al Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziari, al Provveditorato regionale sardo, al Garante nazionale dei detenuti e per conoscenza alla casa circondiariale di Sassari e al magistrato di Sorveglianza.

Le condizioni di salute di Compito, scrive Rossi Albertini nella missiva, “stanno precipitando”, come comunicatogli dal medico che ha visitato l’anarchico, e nel penitenziario dove sta al 41 bis non troverebbe “alcuna possibilità di cura e/o intervento salvifico della vita” perché il Bancali “non ha un centro clinico“.

Il bavaglio al medico

Ma oggi è emersa anche una seconda clamorosa decisione, vittima questa volta il medico Angelica Milia, che giovedì 26 gennaio dovrebbe visitare Cospito proprio nel carcere sardo.

Con una lettera inviata all’avvocato Rossi Albertini, il Dap ha “diffidato” la dottoressa a “rilasciare a seguito delle visite, dichiarazioni alla emittente radio Onda d’Urto, al fine di non vanificare le finalità” del regime di 41bis a cui è sottoposto lo stesso Cospito, minacciando la stessa in caso contrario di una possibile “revoca dell’autorizzazione all’accesso in Istituto.

Una decisione che appare come un evidente attacco alla libertà di informazione: la radio Onda d’Urto, storicamente vicina agli ambienti antagonisti, trasmette dal 1985 come testata giornalistica regolarmente iscritta al Tribunale di Brescia.

In una nota di replica, Radio Onda d’Urto parla di “un provvedimento gravissimo, un attacco che non riguarda solo la nostra emittente ma più in generale la libertà di informazione e che denota un accanimento repressivo-carcerario contro il detenuto“.

La stessa dottoressa Milia, come riferisca l’Anse, proprio in una intervista concessa oggi a Radio Onda d’Urto si è difesa, sottolineando di essersi sempre “limitata a esternare le condizioni di Alfredo da quando ha iniziato lo sciopero della fame, non mi sono mai pronunciata su quelle che sono le condizioni carcerarie nelle quali vive”.

Una volta – ha raccontato alla radio la dottoressa – abbiamo parlato dello spazio ristretto nel quale lui prendeva l’ora d’aria ma al di là di questo niente, perché il detenuto mi viene portato in infermeria e di fatto io non ho mai visto la cella di Alfredo, è lui che me ne ha parlato. Non capisco perché non possa esternare quelle che sono le condizioni di salute di Alfredo – ha spiegato – Oggi ho parlato con il collega delle carceri che mi ha detto che ha perso circa 10 chili nel giro di una settimana“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia